ROMA - Torna a far discutere e rischia di creare ulteriori spaccature all’interno della maggioranza, il cosiddetto decreto legge Pillon, dal nome del senatore leghista Simone Pillon, che l’ha presentato e che chiede l’affidamento paritario a favore di entrambi i genitori per i soggetti di minore età.
Una norma che ha scatenato fortissime proteste delle associazioni contro la violenza sulle donne e di un’ampia fetta della società civile, oltre delle opposizioni, le quali bollano come “retrogrado” il provvedimento sostenuto dal Carroccio.
Nonostante poco più di una settimana fa il sottosegretario alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora abbia detto che “il disegno di legge sarà archiviato” e nonostante la forte opposizione del M5s alla proposta, il decreto Pillon è arrivato comunque la scorsa settimana in Commissione Giustizia al Senato, ma la sua discussione ha incontrato il forte ostruzionismo delle opposizioni. Un ostruzionismo che non è stato intralciato dal M5s e che pertanto ha portato a un rinvio tecnico di un mese prima che sia ripreso in esame.
Oltre al lungo rinvio, che ha fatto esultare i senatori del Partito Democratico, il testo del provvedimento sarà anche soggetto a una “completa riscrittura”, come ha affermato il M5s. “Il Movimento 5 stelle porterà le sue proposte elaborate alla luce delle nostre idee e delle oltre 120 audizioni che abbiamo svolto negli ultimi mesi con tutti gli esperti del settore - hanno aggiunto i membri pentastellati della Commissione -. Il nostro obiettivo è rispettare l’impegno preso nel contratto di governo sull’affido condiviso con una legge equilibrata, tenendo come punto fermo la tutela dei figli e della loro serenità, del loro percorso di crescita equilibrato”.
Durante la lunga pausa nella discussione la speranza dei 5 Stelle è anche che Pillon si convinca a fare marcia indietro, ma il senatore ha invece assicurato che “non ritirerà il suo ddl”.
“Troveremo un accordo con gli amici grillini, ne sono sicuro”, ha detto uscendo dalla Commissione.