ROMA – Il governo conferma l’avanti tutta sui centri per migrantiin Albania, sotto la giurisdizione italiana. L’aula della Camera è infatti chiamata a votare la fiducia sul dl che modifica il protocollo firmato tra la premier Giorgia Meloni e l’omologo Edi Rama ormai un anno e mezzo fa, estendendone la platea agli stranieri già in Italia colpiti da provvedimenti di trattenimento, e trasformando quindi le strutture in Centri per il rimpatrio non solo per extracomunitari richiedenti asilo intercettati in acque internazionali.
Venerdì la premier sarà a Tirana al vertice della Comunità Politica Europea (EPC), e non è escluso che possa approfittarne per visitare le strutture di Schengjin e Gjader, che ha definito come un “modello innovativo” che raccoglie “sempre più consenso” in Europa.
Tuttavia, finora non hanno funzionato come previsto dal governo, come le opposizioni hanno continuato ad evidenziare, inducendo anzi a costi ingenti e una ‘spola’ nelle acque dell’Adriatico che ha messo in imbarazzo l’esecutivo e uno scontro con i magistrati senza precedenti.
Il viavai di questi mesi di navi militari con a bordo extracomunitari “a seguito di operazioni di soccorso”, in seguito alla mancata convalida da parte dei giudici dei trattenimenti nonostante il decreto-legge con cui il governo ha stilato per legge la lista dei paesi considerati sicuri, ha convinto il governo ad ampliare la sfera d’azione del protocollo.
D’altronde era stata la stessa premier a dicembre del 2024 ad affermare alla kermesse di Fratelli d’Italia dal palco di Atreju: “I centri funzioneranno. Dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano, funzioneranno”.
In sede di esame in commissione Affari costituzionali, sono state approvate alcune proposte presentate dalla relatrice Sara Kelany (Fdi) che vanno ulteriormente in questa direzione.
Se il migrante, trasferito nei centri in Albania, dovesse infatti presentare domanda di protezione, cambiando quindi il suo status giuridico, non sarà riportato in Italia in caso vi siano fondati motivi per ritenere che la domanda di protezione internazionale sia stata presentata al solo scopo di ritardare o impedire l’esecuzione del respingimento o dell’espulsione.
Tra le novità introdotte nell’iter parlamentare anche la proroga al 31 dicembre 2026 delle deroghe ad alcune disposizioni di legge per l’individuazione, l’acquisizione o l’ampliamento dei Cpr e la cessione a Tirana a titolo gratuito due motovedette della classe 400 Cavallari in dotazione a capitanerie di porto e Guardia Costiera.