COPENHAGEN – La socialdemocratica, Mette Frederiksen (nella foto), è la più giovane premier nella storia della Danimarca. Il Partito di cui è alla guida è praticamente unico nel panorama politico europeo. Posizionato a sinistra, soprattutto per quanto riguarda l’economia, persegue una linea sull’immigrazione che lo colloca a destra. “Normalmente cerco il compromesso, ma non lo farò nel caso delle politiche sull’immigrazione”, annuncia la leader.
Negli ultimi anni Frederiksen ha sposato le politiche sull’immigrazione del governo di destra, mentre si è opposta alle politiche dello stesso governo in materia di welfare, istruzione, famiglia e ambiente. Una scelta vincente, ma non senza conseguenze, soprattutto nella prospettiva di creare una coalizione di governo.
Quelle di Frederiksen sono posizioni politiche estreme visto che, per fare un esempio, ha proposto di trattenere i migranti in campi speciali nel Nord Africa per il tempo necessario a valutare le loro richieste. Ma è anche favorevole al divieto di indossare il burqa e il niqab in pubblico. Secondo Frederiksen, per anni la Danimarca ha sottovalutato le sfide dell’immigrazione di massa.
Nata nel 1977 ad Aalborg, una delle principali città del Paese, Frederiksen ha iniziato la sua carriera politica a 24 anni, quando è entrata in Parlamento, anche se in precedenza aveva lavorato per la confederazione dei sindacati danesi. L’exploit è avvenuto nel 2007 quando è stata rieletta in Parlamento con quasi 30.000 voti.
Dal 2011 al 2014 è stata ministro del Lavoro mentre l’anno successivo ha guidato il dicastero della Giustizia. Nel 2015 è salita ai vertici del Partito socialdemocratico guidandolo alla recente vittoria del 5 giugno.
Poco dopo aver appreso il risultato, Frederiksen ha detto di voler creare un governo di coalizione. Ma non sarà facile. Per un partito di sinistra così anomalo è difficile ricevere l’appoggio delle forze politiche che – fatta eccezione per la politica sull’immigrazione – condividono altri aspetti del programma socialdemocratico. Ma queste forze non sembrano disposte a di condividere il potere con un partito che persegue una linea così dura sull’immigrazione.