Si è inserito nell’ambito della ‘Giornata del Design Italiano nel Mondo’ il simposio ‘Innovation and Collaboration: Modern Italian Design’, un evento presentato lo scorso 18 febbraio dall’Heide Museum, in collaborazione con il Co.As.It. e con il partenariato dell’Istituto Italiano di Cultura di Melbourne. Una celebrazione della mostra ‘Molto Bello: Icons of modern italian design’, esposta all’Heide Museum fino al 23 marzo.

Come sottolineato dalla console generale d’Italia a Melbourne Chiara Mauri, intervenuta al simposio che si è tenuto presso la sede del Co.As.it. di Carlton, la giornata ha rappresentato un’occasione per ricordare lo straordinario contributo italiano nel mondo del design contemporaneo, a livello mondiale.

“Questa occasione serve per ricordare il ruolo fondamentale che il design svolge nel plasmare le nostre vite e il nostro futuro – ha detto la Console –. Quest’anno, il tema della giornata è ‘Disuguaglianze: Design’ per una vita migliore, un invito a riflettere su come il design possa colmare le lacune nella società e contribuire a creare un mondo più equo, inclusivo e sostenibile”.

Il design, quindi, come veicolo di un cambiamento positivo, come un elemento “capace di plasmare un futuro in cui le disuguaglianze possano essere superate e in cui tutti possano godere di una migliore qualità della vita”.

La mostra dell’Heide Museum, che raccoglie pezzi iconici del design italiano dagli anni ‘30 agli anni ‘80, è stata organizzata anche grazie al contributo di Webuild, la multinazionale italiana che opera in oltre 50 Paesi – tra cui l’Australia – e che si impegna investendo su iniziative legate alla cultura e all’arte italiana.

Marco Assorati, direttore esecutivo di Webuild, ha per questo evidenziato come il gruppo sia grato “di poter contribuire a un evento culturale che speriamo possa ispirare le future generazioni di innovatori e designer”, e che “mira anche a rafforzare la nostra connessione con la comunità”.

Dopo i saluti istituzionali da parte di Ferdinando Colarossi, direttore del dipartimento di Lingua italiana del Co.As.It., la giornata è proseguita con l’introduzione della moderatrice Flavia Marcello, docente presso la Scuola di Design e Architettura della Swinburne University of Technology, e l’intervento delle curatrici della mostra ‘Molto Bello dell’Heide Museum’, Kendrah Morgan e Laura Lantieri. 

Anna Caione, docente della Swinburne University, ha illustrato il progetto dietro al successo di Olivetti e Jeromie Maver e Dean Keep hanno esposto come il design italiano abbia impattato e influenzato quello australiano di metà del ‘900.

Il microfono è poi passato all’AM Eli Giannini, architetto principale dello studio MGS Architects, che ha ripercorso con la memoria i suoi anni di studio alla Domus Winter School, parte dell’RMIT Centre for Designs. In quegli anni di formazione Giannini ha avuto la straordinaria opportunità di conoscere e apprendere dai più grandi nomi dell’architettura italiana, arrivati in Australia per l’occasione, quali Clino Trini Castelli, Michele De Lucchi, Ezio Manzini, Ettore Sottsass, ma anche Marco Zanini e Anna Castelli Ferrieri, la prima donna in Italia a occuparsi di design industriale e la mente dietro a Kartell, uno dei marchi italiani più innovativi.

Ultimo a intervenire, prima della tavola rotonda finale, è stato Mauro Baracco, direttore dello studio di architettura Baracco+Wright, ideatore del padiglione che ha rappresentato l’Australia alla Biennale di Venezia nel 2018 e che sarà presente alla Triennale di Milano quest’anno.