Martedì scorso, la Peach Black Gallery di Chippendale ha ospitato ‘The Living Canvas: Art in Motion, a Creative Journey’, un evento promosso dal Consolato Generale d’Italia a Sydney, in collaborazione con la stessa galleria. La serata ha proposto un’esperienza immersiva tra parola e immagine, guidata da Chiara Rostagno, vicedirettrice della Pinacoteca di Brera, accompagnata dal console Gianluca Rubagotti e con un intervento conclusivo di Lorraine Kypiotis, responsabile degli studi universitari alla National Art School e docente senior di Storia e Teoria dell’Arte.
Mentre il pubblico seguiva con attenzione la narrazione e il confronto tra epoche e sensibilità artistiche, l’artista Matteo Bernasconi, proprietario della galleria e autore dei ritratti attualmente esposti, ha dipinto dal vivo un ritratto della sua compagna Anna sotto gli occhi rapiti degli spettatori.
La presentazione si è concentrata su una selezione di capolavori rinascimentali custoditi nella Pinacoteca di Brera: Madonna col Bambino benedicente e due angeli di Piero della Francesca, databile al 1472 circa; Ritratto di giovane di Giovanni Antonio Boltraffio, realizzato intorno al 1500; Madonna in trono con il Bambino, i Dottori della Chiesa e la famiglia di Ludovico il Moro di Giovanni Angelo Mirofoli e datato 1494-1495; Ritratto di Laura da Pola di Lorenzo Lotto, che rappresenta una giovane donna veneziana del XVI secolo; Ritratto di Andrea Doria come Nettuno di Bronzino (Agnolo di Cosimo), raffigurante l’ammiraglio genovese nelle vesti del dio del mare; Autoritratto di Sofonisba Anguissola, che offre uno sguardo intimo sull’artista stessa. Queste opere, tutte appartenenti al periodo rinascimentale e conservate nella Pinacoteca di Brera, hanno fornito il contesto per una riflessione sull’evoluzione del ritratto e sulla rappresentazione dell’individuo nell’arte tracciando un arco ideale che dal Rinascimento arriva fino all’arte di oggi.
Al centro, il tema della rappresentazione del volto umano, inteso non solo come esercizio tecnico ma come strumento per interrogare l’identità e riflettere il proprio tempo. Le opere selezionate hanno evidenziato il passaggio da ritratti formali e codificati, come quello di Federico da Montefeltro dipinto da Piero della Francesca, a immagini più intime come l’autoritratto di Sofonisba Anguissola. In quest’ultimo, lo sguardo frontale della pittrice rompe le convenzioni del tempo, preannunciando una nuova soggettività femminile.
Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo delle donne nell’arte. Anguissola e Lavinia Fontana sono state presentate come figure pionieristiche, capaci di imporsi in contesti storici in cui alle donne era spesso precluso l’accesso allo spazio pubblico e alla formazione artistica. Attraverso le loro opere, non solo affermavano la propria presenza, ma ridefinivano anche i confini della rappresentazione femminile.
Il dialogo ha, inoltre, messo in luce la continuità di certi elementi ricorrenti visivi e concettuali: dalla capacità di restituire non solo le fattezze esteriori ma anche il carattere e le emozioni del soggetto, alla volontà di lasciare emergere nei ritratti un legame profondo tra artista e figura rappresentata. È emerso come questo desiderio di cogliere l’essenza dell’individuo, il suo “essere interiore”, sia ancora oggi un obiettivo centrale nella pratica artistica contemporanea. Nel contesto della conversazione, il ritratto è stato descritto anche come uno strumento analitico, capace di raccontare molto più della semplice apparenza. Alcuni esempi hanno mostrato come dettagli simbolici all’interno delle opere possano alludere a eventi biografici o stati d’animo, come nel caso dell’assenza della duchessa nel ritratto di Montefeltro, evocata attraverso segni che rimandano alla perdita e al lutto.
La serata ha tracciato un ampio arco cronologico che ha messo in luce l’evoluzione del ritratto, mostrando come, nonostante i cambiamenti stilistici e concettuali, esso resti un punto centrale per esplorare il rapporto tra identità personale, memoria collettiva e contesto sociale.