Continuano le indagini che, durante il fine settimana, hanno portato le autorità australiane a sventare un piano terroristico che aveva l’obiettivo di far esplodere un aereo in volo. La polizia federale australiana, in collaborazione con la polizia del New South Wales e l’Asio, ha condotto una serie di raid anti-terrorismo in diversi sobborghi di Sydney e ha sequestrato del materiale che avrebbe potuto essere utilizzato per fabbricare una bomba artigianale. Quattro uomini sono finiti in manette.
Ieri il primo ministro Malcolm Turnbull ha confermato i raid nei quartieri di Surry Hills (dove è stato trovato l’esplosivo), Lakemba, Wiley Park e Punchbowl. L’intervento delle autorità, ha detto Turnbull, ha “sventato” quello che sembra essere un piano “elaborato” e non l’opera di un lupo solitario. Misure di sicurezza aggiuntive, tra cui controlli più stringenti dei bagagli, sono state attivate in tutti gli aeroporti del Paese, causando qualche ritardo ai passeggeri in partenza, ai quali è stato consigliato di recarsi ai check-in 2 ore prima per i voli interni e 3 ore prima per i voli internazionali, al fine di avere più tempo per i controlli di sicurezza.
Alcune compagnie aeree, come Virgin Airlines e Tigerair, hanno rilasciato un comunicato confermando l’attuazione delle nuove misure e invitando i viaggiatori a non allarmarsi. Anche la Qantas ha detto di lavorare a stretto contatto con le autorità governative per mettere in atto i controlli.
La bomba, hanno fatto sapere le forze dell’ordine, avrebbe dovuto essere introdotta di nascosto su un aereo per farlo esplodere. Ma i dettagli, come il tipo di aereo che i terroristi volevano colpire e le tempistiche dell’attentato, non sono ancora stati scoperti.
“Riteniamo si tratti di terrorismo di ispirazione islamista, ma solo un’indagine approfondita potrà dirci esattamente cosa c’è dietro” ha dichiarato il commissario della polizia federale Andrew Colvin. “L’Australia ha tra le migliori, se non le migliori, misure di sicurezza aeroportuali del mondo e siamo certi che tali misure siano efficaci, e sarebbero state efficaci [nel caso di un attentato]” ha dichiarato Colvin, aggiungendo però che “i terroristi stanno diventando molto ingegnosi nel trovare modi per oltrepassare i meccanismi di sicurezza”.
L’operazione era scattata già mercoledì scorso, quando le autorità hanno ricevuto informazioni dalle agenzie di intelligence sul presunto piano terroristico e già dal giorno dopo le misure di sicurezza all’aeroporto di Sydney erano state irrobustite. Poi, sabato sera, i raid da parte delle squadre anti-terrorismo della polizia federale e del New South Wales e l’annuncio al pubblico.
I quattro uomini arrestati potranno essere tenuti in custodia senza accuse per una settimana, lasso di tempo durante cui la polizia perquisirà le loro abitazioni alla ricerca di documenti, computer e altre apparecchiature elettroniche che possano contenere prove, in modo da costruire una solida base di accusa contro il gruppo.
Il ministro della Giustizia Michael Keenan ha sottolineato che si tratta della tredicesima minaccia terroristica sventata in Australia negli ultimi anni.
Il livello di allerta terroristica nel Paese resta ‘probabile’ e – ha fatto sapere il primo ministro Turnbull – non sono al momento previste modifiche.