KIEV - Le autorità ucraine continuano a negare la responsabilità per un attacco ad otto depositi di petrolio della Rosneft nella località di Belgorod, in pieno territorio russo, avvenuto venerdì, ma dal Cremlino il portavoce Dmitry Peskov ha detto che l’azione offensiva, condotta da elicotteri che secondo Mosca fanno parte delle forze armate di Kiev, “peserà sui colloqui di pace”.

Colloqui che negli ultimi giorni hanno lasciato spazio soprattutto ai combattimenti sul campo, dove il ripiegamento delle truppe russe da Kiev sta cambiando il corso della guerra. Sabato, dopo la notizia della riconquista da parte dell’esercito ucraino della località di Bucha, città a nord-ovest della capitale, il viceministro della Difesa ucraino ha annunciato che i difensori avrebbero “ripreso il controllo dell’intera regione di Kiev”, dove a partire da ieri è in vigore un rigido coprifuoco per permettere ai soldati ucraini di stanare i combattenti russi rimasti indietro e ripulire i centri abitati dalle mine.

Proprio a Bucha, il sindaco ha però rivelato che è stata scoperta una fossa comune con 300 corpi sepolti e denunce di violenze sulla popolazione civile da parte delle truppe russe arrivano da più parti. “Casi di utilizzo di bambini come copertura sono stati registrati nelle oblast di Sumy, Kiev, Chernihiv e Zaporizhzhia”, ha affermato Lyudmila Denisova, difensore civico dei diritti umani dell’Ucraina.

Intanto, mentre a Kiev e anche a Chernihiv, le truppe del Cremlino sembrano ripiegare, a sud, nel Donbass e più ad ovest, verso Odessa, l’offensiva russa si sta invece intensificando. Proprio su quest’ultima città i bombardamenti sono aumentati nella notte tra sabato e domenica e si teme un attacco proveniente dalla Transistria, dopo le notizie di un ordine di mobilitazione delle truppe russe dislocate nella zona.

Altri bombardamenti avrebbero poi colpito le piste d’atterraggio a Poltava e a Dnipro e la città di Mikolayev, mentre a Mariupol, ormai sul punto di capitolare, la Russia ha aperto ieri un corridoio umanitario verso Berdyansk e ha garantito il cessate il fuoco per l’evacuazione dei civili. Nella città assediata restano però ancora intrappolate almeno 50mila persone.