Continua a tener banco la fine del matrimonio di Barnaby Joyce che, da vicenda privata, potrebbe ora trasformarsi in una questione con profonde implicazioni politiche. Da qualche tempo, già durante la campagna per le elezioni suppletive in New England dello scorso dicembre, si rincorrevano voci su una relazione di Joyce con la sua ex addetta stampa Vikki Campion, ma la settimana scorsa le voci sono state confermate dal Daily Telegraph che ha spiattellato in prima pagina la notizia con tanto di foto in ‘stile paparazzi’ di Campion in attesa di un figlio proprio dal vice primo ministro.
Subito, in parlamento si sono levate voci in difesa del diritto di Joyce alla privacy, anche da parte dell’opposizione.
Ieri, intervenendo alla trasmissione della Abc Insiders, la vice leader laburista Tanya Plibersek ha ribadito che il suo partito non chiederà spiegazioni a Joyce riguardo a decisioni che riguardano la sua vita privata ma continuerà a fare pressione affinché spieghi se ci sia stato un uso improprio di soldi pubblici per pagare stipendio e viaggi a Campion.
Infatti, oltre alla relazione extraconiugale, le rivelazioni della scorsa settimana hanno svelato che l’ex addetta stampa fu costretta a lasciare l’ufficio del vice primo ministro, sembrerebbe dopo l’intervento dello stesso Malcolm Turnbull, quando la loro storia diventò di pubblico dominio tra lo staff di Joyce e fu trasferita nell’ufficio del ministro delle Risorse Matt Canavan, ricevendo una promozione a ‘senior media adviser’. Una posizione con uno stipendio fino a 191mila dollari all’anno, secondo le cifre pubblicate dal dipartimento delle Finanze. Successivamente, con Canavan invischiato nella saga della doppia cittadinanza, Campion fu nuovamente trasferita nell’ufficio del deputato di Shepparton Damian Drum, dove è rimasta fino allo scorso mese di dicembre. Lo stesso mese in cui Joyce ha confermato davanti al parlamento la separazione dalla moglie Natalie, senza fornire ulteriori dettagli in merito. Allora, Campion era già incinta di cinque mesi e molti, sia in parlamento che fuori, sapevano della loro relazione.
Il dubbio, su cui i laburisti promettono di fare chiarezza, è che gli incarichi negli uffici dei due parlamentari nazionali siano stati creati appositamente per trovare un impiego a Campion, per via dei suoi rapporti con Joyce, e che non fossero in realtà necessari.
I laburisti hanno rivolto la domanda anche al primo ministro Malcolm Turnbull, il quale ha però sottolineato come le nomine dello staff siano gestite autonomamente dal partito nazionale, senza che lui abbia voce in capitolo. Una procedura, anche questa, ancora da verificare, con Plibersek che ha detto che, a quanto le risulta, è al primo ministro che spetta l’approvazione finale degli incarichi.
La vice leader laburista ha riconosciuto che si tratta di un “momento terribile” per la famiglia di Barnaby Joyce e che il suo partito non desidera “aggiungere ulteriore sofferenza”, tuttavia ha chiesto a Joyce e Turnbull di essere “completamente trasparenti” in merito all’utilizzo del denaro dei contribuenti, “l’unica questione di vero interesse pubblico”. In merito alla richiesta di privacy per il leader nazionale, che ha detto di rispettare in pieno, Plibersek ha comunque fatto notare il trattamento ricevuto in passato da politiche come Julia Gillard e Cheryl Kernot per aspetti della loro vita privata, auspicando che in molti si rendano ora conto del comportamento sbagliato tenuto in quelle circostanze.
Anche Bill Shorten, giovedì, è intervenuto sulla vicenda, chiedendo al primo ministro di spiegare gli incarichi ottenuti da Campion, ma stando ben attento, dati i suoi stessi trascorsi, a non sconfinare: “Penso che sarebbe saggio per Turnbull riassicurare gli australiani che niente di improprio sia stato commesso” ha detto Shorten, premurandosi però di aggiungere che “la vita privata di Barnaby Joyce è affar suo”. Nel 2009, Shorten era finito nella bufera per la sua relazione con Chloe Bryce (ora sua moglie), figlia dell’allora governatore generale Quentin Bryce. Entrambi erano già sposati e ancora alle prese con i rispettivi divorzi quando hanno annunciato di aspettare una figlia.
Il carattere “profondamente personale” della questione è stato ribadito ieri anche dal leader del governo al Senato, Mathias Cormann, interpellato da Sky News, il quale ha assicurato che, in merito all’assunzione di Vikki Campion negli uffici dei colleghi nazionali, non c’è stato nulla di inappropriato. “Chiaramente è una persona qualificata per svolgere quel lavoro – ha detto Cormann – è stata assunta sulla base del merito e non c’è nient’altro da aggiungere”. Cormann ha poi detto di non essere al corrente delle procedure con cui Campion, in passato vice direttrice del personale del Daily Telegraph, fosse stata assunta negli uffici di Canavan e Drum ma di essere stato informato che tutto sia stato “in regola”. “Sono molto sorpreso che il partito laburista si occupi di questo” ha detto.
Lo stesso Barnaby Joyce, che ha definito la fine del suo matrimonio “uno dei più grandi fallimenti della [sua] vita”, mercoledì aveva negato qualsivoglia atto illecito, come lo spreco di denaro pubblico, per favorire la sua compagna. Sabato è stato rivelato anche che Joyce ha dichiarato sul registro parlamentare di aver ricevuto in regalo una proprietà in affitto ad Armidale, dove vivrebbe ora con Campion.
Ieri, Joyce ha riferito all’Abc che, nonostante lo scandalo, intende presentarsi alle prossime elezioni ma diversi commentatori sono pronti a scommettere che la sua carriera politica sia giunta al capolinea, magari non nel breve termine, ma sicuramente nel medio. “Non lo vedo alla guida del partito nazionale alle prossime elezioni” ha detto ieri a Insiders la giornalista del The Australian Niki Savva.
Una conferma dell’uso improprio di denaro pubblico per finanziare l’impiego di Vikki Campion rappresenterebbe solo la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso ma, anche senza, questa storia ha ormai danneggiato (forse irreparabilmente) la reputazione del vice primo ministro e la sua immagine di paladino dei valori cattolici e conservatori. Per lui, la parola fine potrebbe essere vicina.