Mantenere viva la propria cultura, trasmettere le tradizioni e difendere la lingua, anche a migliaia di chilometri di distanza. Nella diaspora italo-australiana, questo impegno ha resistito negli anni grazie all’incessante lavoro dei club, autentici custodi di un patrimonio storico-culturale che affonda le radici nelle generazioni passate. Eppure, con l’invecchiamento della popolazione che ha dato vita a questi circoli, una nuova sfida si affaccia all’orizzonte: come coinvolgere le giovani generazioni e garantire la sopravvivenza di questi spazi, sempre più fondamentali per preservare le tradizioni italiane all’estero.
Una serata speciale al Sortino Social Club, lo scorso sabato 21 giugno, ha rappresentato una risposta a questa domanda.
Oltre 160 persone si sono ritrovate insieme per un evento all’insegna della più tradizionale gastronomia meridionale. Il menù della serata, infatti, è stato tutto scritto rigorosamente in siciliano – con tanto di augurio finale ‘Sciallatevi e mangiati tuttu!’ – e preparato con cura dagli organizzatori. L’affiatato comitato del sodalizio ha proposto per l’occasione il classico menù siculo con pasta alla Norma, salsicce siciliane e antipasti tipici. Sui tavoli, le impeccabili decorazioni di Ottavia Marinacci, segretaria del club: limoni, rosmarino, pistacchi e la bandiera siciliana con lo stemma di Sortino.
Ma a fare la differenza, anche la collaborazione tra tre realtà che hanno lavorato assieme per organizzare l’evento: la Sicilian Association of Australia, il Sicilian Arts Collective Australia (SACA) e il Sortino Social Club. Un’alleanza che, come sottolinea Marco Cimino, uno degli organizzatori principali, parte della Sicilian Association of Australia, è nata dalla passione e dalla sinergia tra le parti coinvolte: “Abbiamo iniziato a febbraio e sono rimasto colpito dalla cura e dalla professionalità con cui il Sortino gestiva le loro serate. È stato naturale unire le forze. Senza la disponibilità del Sortino questa serata non sarebbe stata possibile”.
E ancora, asserisce Ottavia: “Organizzare è stato semplice. Marco è stato disponibile e gentile. Veniamo dalla stessa generazione, ci capiamo. C’è stata una connessione immediata”.
Una serata ricca non solo dal punto di vista culinario, ma anche dell’intrattenimento grazie alle melodie del gruppo Solo Antico e al fulcro dell’evento: l’esilerante spettacolo “Cumare Peppina, Psychic Extraordinare” messo in scena da Rosanna Morales, attrice e autrice che da decenni porta avanti un teatro popolare profondamente siciliano, intriso di ironia e retaggio culturale.
Al centro della sala, Rosanna ha dato vita alla commare Peppina, una vedova siciliana che legge il futuro e dialoga con i morti grazie a una laurea – immaginaria ma credibilissima – presso l’Istituto Siciliano De lu Malocchio. Insieme a lei, l’assistente Concetta (Cristina Neri). Le due attrici hanno coinvolto il pubblico in uno spettacolo trilingue — siciliano, italiano e inglese — tra esorcismi umoristici e riti anti-malocchio. “Questo personaggio è nato nel ’78 — racconta Morales — eravamo studenti della Melbourne University e facevamo teatro dialettale con la compagnia Broccoli Productions. La commare Peppina è sopravvissuta a tutte le epoche. Ma è la prima volta che Peppina diventa una medium. Oggi uso l’ironia per far rivivere la lingua, e la comicità è uno strumento potente per farlo.”
Ma la serata non è stata solo un omaggio al passato. L’obiettivo, chiarisce Deanna Zammit, presidente della Sicilian Association, è guardare avanti: “Stiamo cercando di costruire ponti non solo tra i club, ma anche tra generazioni. I giovani — tra i 20 e i 40 anni — hanno esigenze diverse. Non vogliono stare negli stessi spazi dei genitori o dei nonni. Per questo stiamo creando momenti pensati per loro: mattinate linguistiche con caffè e biscotti, piccoli gruppi su Zoom, spazi dove si possa riscoprire il siciliano in modo informale e conviviale.”
Deanna non è sola. Con lei, numerosi volontari che da tempo lavorano per adattare la vita associativa a tempi nuovi: “L’invecchiamento della comunità italiana è un dato di fatto – esordisce il presidente del sodalizio Paul Giuliano –. Se non cambiamo, se non collaboriamo, la cultura rischia di dissolversi. Serve cooperazione tra club, condivisione delle risorse, e apertura mentale.”
Un pensiero condiviso anche da Ottavia: “Rispettiamo profondamente la generazione precedente, ma purtroppo non possiamo più gestire i club come negli anni ’60. Oggi servono tanti permessi, regolamenti, professionalità. I costi sono alti, anche per realtà no-profit come la nostra”.
Proprio per questo, l’evento al Sortino non è stato solo una serata di intrattenimento, ma anche un momento strategico.
“Abbiamo bisogno di occasioni che tengano viva la cultura, ma che abbiano anche un impatto sociale — spiega ancora Ottavia —. A luglio avremo l’assemblea generale e c’è un gruppo di donne che vuole organizzare una raccolta fondi per il Royal Children’s Hospital”.
Per queste associazioni il futuro si garantisce così: con uno sguardo saldo alle radici, i piedi ben piantati nella contemporaneità e tanto lavoro di squadra.