VENEZIA – Dopo oltre tre mesi e mezzo di silenzio, è arrivata la “prova certa” del fatto che il cooperante veneto Alberto Trentini è vivo e in buone condizioni di salute. Lo apprende l’Ansa da fonti qualificate.

È la prima notizia rassicurante dal 15 novembre scorso, quando Trentini – che lavorava in Venezuela per la ong Humanity & Inclusion – è scomparso, dopo essere stato fermato a un posto di blocco nella località di Gausdalito, nello Stato di Apure, al confine con la Colombia.

Era arrivato in Venezuela un mese prima e aveva denunciato intralci e problemi negli aeroporti, ogni volta che doveva spostarsi per lavoro. La ong si occupa di integrazione di persone disabili in contesti di vulnerabilità, come le comunità rurali.

Dopo molti giorni senza alcuna notizia, si era appreso effettivamente che l’uomo era in stato di arresto con pesanti accuse di terrorismo, ma nessuna prova sulle sue condizioni era stata fornita, né era stato possibile organizzare una visita consolare, a causa della gravità del capo d’imputazione.

Lo scorso fine settimana, gli amici e i parenti di Alberto hanno organizzato un presidio in Piazza San Marco della città lagunare per chiederne la liberazione e ribadire la natura pacifica del suo lavoro. Al loro appello si è unito anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.