MELBOURNE - Alla conclusione del suo mandato e con la valigia pronta per rientrare in Italia, l’ambasciatore d’Italia a Canberra, Paolo Crudele, si congeda dall’Australia con parole di stima, gratitudine e ottimismo.
Nel suo ultimo intervento pubblico, rilasciato al nostro gruppo editoriale, intervistato dal direttore Dario Nelli ai microfoni di Rete Italia e in diretta su Il Globo TV, l’ambasciatore Crudele ha tracciato un bilancio di tre anni e mezzo di intensa attività diplomatica, segnati dalla volontà di rafforzare ulteriormente un rapporto bilaterale già solido e ricco di prospettive.
“Navighiamo in ottime acque, in acque molto calme nell’ambito di un rapporto che è quasi fraterno tra i due Paesi, ma bisogna lavorare perché questo comunque cresca sempre di più. La distanza geografica rimane comunque un elemento che va superato”. Fin dall’inizio dell’intervista, Crudele ha sottolineato come i rapporti tra Italia e Australia godano di una salute ottima, frutto non solo di un interesse reciproco crescente, ma anche, e forse soprattutto, della presenza storica e radicata della comunità italiana nel continente.
“Gli australiani ci conoscono bene e ci vogliono bene”, ha sottolineato l’Ambasciatore, ricordando come i connazionali emigrati in Australia abbiano contribuito in maniera decisiva allo sviluppo culturale, economico e sociale del Paese.
Non solo consumatori di prodotti italiani, ma promotori attivi di un patrimonio culturale e di uno stile di vita che l’Australia riconosce e valorizza.
Sul piano istituzionale, Crudele ha evidenziato un’intensificazione dei rapporti ai massimi livelli. Nei tre anni e mezzo di mandato si sono svolte tre visite governative italiane, due del sottosegretario al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Giorgio Silli e una del viceministro al ministero delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini, che hanno contribuito a rilanciare la cooperazione politica e diplomatica. “Sono basi importanti - ha sottolineato il diplomatico - che auspico possano portare a contatti sempre più frequenti e di più alto profilo”.
In un contesto internazionale in rapida evoluzione, con una crescente competizione strategica nella regione indo-pacifica, la cooperazione nella difesa ha acquisito un ruolo centrale. L’Ambasciatore ha ricordato in particolare la significativa partecipazione italiana alla grande esercitazione militare biennale ‘Pitch Black’, organizzata dalla Royal Australian Air Force.
Non si tratta di episodi isolati, ma dell’indicatore di un trend geopolitico più ampio: l’Unione Europea guarda con crescente interesse alla stabilità del Pacifico, e l’Australia rappresenta un partner chiave in questa direzione. “Le vie marittime sono il sistema circolatorio del pianeta ed è necessario - ha osservato Crudele - che tutti possano disporne liberamente secondo delle regole pattuite, affinché nessuno, insomma, possa arrogarsi il diritto di impedire ad altri di circolare”.
L’Italia, insieme agli altri Paesi europei, vede quindi l’Australia come una piattaforma di accesso privilegiata nel Pacifico, oggi al centro dell’attenzione internazionale sia per la sicurezza strategica sia per l’impatto devastante del cambiamento climatico.
Transizione energetica, innovazione e spazio sono un’opportunità per l’Italia, e se la sicurezza è un pilastro della cooperazione, altrettanto importante è la collaborazione economica e tecnologica, che trova proprio nella transizione energetica uno dei settori più promettenti.
Crudele ha sottolineato come molte aziende italiane, leader nei settori dell’energia rinnovabile, dell’ingegneria avanzata e della manifattura, stiano ampliando la propria presenza in Australia. “I nostri imprenditori non sono secondi a nessuno, non soltanto in termini di capacità di innovazione, di creatività del prodotto, ma anche per la capacità di esplorare i mercati”.
Un altro dei punti di maggiore impegno del mandato di Paolo Crudele è stato quello della valorizzazione della lingua e della cultura italiana. In Australia questa sfida si gioca su più fronti: gli Istituti Italiani di Cultura, i Consolati, i Co.As.It., gli enti gestori e la rete associativa.
Nonostante alcune difficoltà amministrative che hanno temporaneamente rallentato l’attività dell’Istituto di Cultura di Melbourne, l’Ambasciatore rivendica un sistema coordinato ed efficace.
Cruciale, in questo senso, il ruolo dell’Osservatorio della lingua italiana, organismo creato in Ambasciata a Canberra per mettere attorno allo stesso tavolo, periodicamente, tutte le realtà che operano nell’insegnamento e nella promozione dell’italiano.
“Il ministero degli Affari Esteri italiano - ha ricordato Crudele - investe sugli enti gestori italiani in Australia una somma che è probabilmente la più alta a livello di singolo Paese”.
Non è mancato un passaggio sulla cosiddetta “nuova mobilità”. Il flusso di giovani italiani che scelgono l’Australia per studio, lavoro o esperienze internazionali non va interpretato come una perdita, ma come un processo naturale della società contemporanea. “È un fenomeno fisiologico e molto spesso positivo”, ha affermato Crudele.
In conclusione, l’Ambasciatore ha rivolto un saluto caloroso alla comunità italiana in Australia, che ha definito “un valore aggiunto enorme per chi come me opera nel quadro delle relazioni internazionali ma per tutto il nostro Paese, siete i veri ambasciatori dell’italianità in termini stile di vita, in termini di gusti, di cultura”.
Dopo tre anni e mezzo di intensa attività, Crudele lascia l’Australia con un messaggio di fiducia e un bilancio positivo: un rapporto bilaterale forte, una cooperazione in espansione e una comunità italiana che rimane il cuore pulsante delle relazioni tra Roma e Canberra.