STRASBURGO - “Da questo dibattito non emerge nessuna conclusione chiara, ancora una volta ho visto le stesse posizioni divergenti, con poca empatia rispetto alla sofferenza verso una parte e verso l’altra, in particolare manca empatia rispetto alla sofferenza dei civili di Gaza e ora dei civili del Libano”. Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, concludendo il dibattito al Parlamento europeo sull’escalation di violenza in Medio Oriente e la situazione in Libano.
Il capo della diplomazia europea è tornato poi a difendere il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sostenendo che “non ha mai giustificato gli attacchi di Hamas. Affermare ciò equivale a una pesante accusa contro una persona che rappresenta un’organizzazione importantissima per la pace, come le Nazioni Unite”. Borrell si è detto infine “rattristato dal fatto che in questo Parlamento si lancino accuse di questo tipo contro il segretario generale delle Nazioni Unite”.
“Le forze di Israele bombardano intensamente il Libano e le truppe israeliane sono entrate in territorio libanese. Ora circa il 20% della popolazione libanese è sfollata, 150 mila persone si sono recate in Siria e le vittime civili sono 2.000”, ha proseguito Borrell intervenendo all’Eurocamera. “La situazione va deteriorandosi. I raid hanno colpito le vie di comunicazioni con la Siria, i migranti siriani cercano di tornare in patria ed è chiaro che questa situazione avrà un impatto su di noi”, ha aggiunto.
Per l’Alto rappresentante Ue “ora serve insistere per la riforma politica all’interno della società libanese, senza questo non c’è soluzione, è la classe politica libanese che deve assumere il controllo del Paese”. “È il momento della verità per noi, per vedere se siamo davvero capaci di aiutare il Libano, ma soprattutto, bisogna porre la classe politica libanese davanti alle sue responsabilità. E bisogna cogliere la debolezza di Hezbollah per rafforzare il Libano”, ha aggiunto.