SYDNEY - Il suo interesse per l’insegnamento era evidente fin da bambina, quando Chiara Torresan giocava a fare la maestra usando la lavagna con i gessetti colorati a casa dei nonni.

Ma la passione per l’italiano è cresciuta solo frequentando le scuole superiori: “In Anno 8 sono andata al Bethlehem College ad Ashfield, dove ho cominciato a studiare italiano. Sebbene abbia cambiato molti insegnanti e ognuno di loro avesse il proprio metodo, tutti condividevano la stessa passione per l’Italia, la cultura, la lingua”, ha ricordato Torresan.

In realtà, la lingua era presente in casa sua, dato che i nonni erano di origine italiana, emigrati in Australia dalla zona di Bassano - in Veneto - e dalla provincia di Ascoli, ma era con l’inglese che comunicavano più di frequente.

“Mia mamma ha sempre cercato di mantenere vivo l’italiano in casa nostra, ma è stato nel 2019, quando mia nonna materna è venuta a vivere con noi, che ho visto un grande cambiamento e abbiamo ricominciato a parlare molto più spesso l’italiano”, ha ammesso.

E quei quattro anni, passati in compagnia della nonna, hanno infuso senz’altro nuovo entusiasmo a Torresan, che nel frattempo ha conseguito un Bachelor of Education in Italiano e Matematica.

La prima esperienza immersiva, tuttavia, risale a quando era un’adolescente e sua mamma ha insistito perché andasse per un mese da amici di famiglia a Vicenza.

“È stata un’esperienza molto intensa - ha ricordato -. Lo stile di vita era completamente diverso da quello a cui ero abituata, sebbene fossi cresciuta in un contesto molto italiano in Australia. Anche il sistema scolastico era differente, ma non credo che sarei mai diventata insegnante di italiano, se non fosse stato per quel periodo”.

Un viaggio che le ha permesso di vivere e instaurare un rapporto di profonda amicizia con Noemi, sua coetanea con cui abitava e andava a scuola e che ha continuato a frequentare nel tempo. “Ho visitato spesso Noemi e la sua famiglia per tutti questi anni e l’anno scorso ho finalmente avuto l’opportunità di ricambiare la loro ospitalità quando Noemi è venuta qui e abbiamo viaggiato insieme in Australia”. 

La somma di queste esperienze, insieme al suo percorso di studi, hanno portato Torresan a diventare insegnante di italiano al Good Samaritan Catholic College, una scuola superiore di Hinchinbrook, a poco più di un’ora dal centro di Syndey.

“Ho cominciato con un gruppo di studenti dell’Anno 8 poi, nonostante il lockdown, in 12 di loro hanno deciso di proseguire anche per l’anno successivo. Per la prima volta in cinque anni, la scuola ha avuto una classe di italiano in Anno 9. Ho portato quegli studenti fino al diploma; è stata una grande soddisfazione”, ha raccontato.

Grazie ai suoi 25 anni, Torresan riesce a trasmettere agli alunni una grande energia, raccontando spesso anche delle numerose avventure che le sono capitate durante i suoi viaggi in Italia. 

“In classe cerco di bilanciare grammatica e cultura, è importante conoscere la storia, le tradizioni e il contesto per imparare una lingua.

Una cosa che ci aiuta molto è di ospitare gli assistenti di italiano del Co.As.It. Avere persone madrelingua fa capire ai ragazzi che l’Italia è un posto reale”. Il 2025 segna il terzo anno in cui gli assistenti arrivano al Good Samaritan Catholic College e per i ragazzi “è molto speciale sapere che gli assistenti di italiano vengono a Sydney per loro”, come ha sottolineato.

Con gli studenti è poi centrale creare una relazione di fiducia, fa notare l’insegnante che spiega come, d’abitudine, ricompensi sempre chi è abbastanza coraggioso da parlare di fronte alla classe, perché li aiuta a sentirsi sicuri di sé. Inoltre, cerca di organizzare gite ed eventi che consentano di mantenere alta la motivazione e l’interesse:

“Per anni la scuola è andata al Club Italia, ma con la pandemia il club ha chiuso e quindi ho pensato di ricreare le stesse attività qui a scuola. Facciamo, ad esempio, venire il camion dei gelati, organizziamo un laboratorio per fare la pasta, prepariamo un torneo di scopa, di bocce o giochiamo a tombola. Poi per pranzo ordiniamo la pizza - ha continuato -. Sono così tanti i colleghi che mi vogliono aiutare nel corso della giornata, che ho dovuto dire no ad alcuni di loro”. 

Gli studenti senior, invece, vanno a vedere un film italiano all’Italian Film Festival e visitano una mostra d’arte focalizzandosi su cinque o sei opere, approfondendo il periodo storico in cui sono state realizzate, le influenze artistiche, le tecniche.

Tempo, passione e dedizione sono la chiave del successo di quest’insegnante capace di rivitalizzare un dipartimento che si stava spegnendo, convincendo gli studenti e le loro famiglie, ma anche i colleghi, che è una materia importante, che apre le porte del mondo e della mente.