MELBOURNE – È il terzo anno per Claudia Russo nel ruolo di responsabile del dipartimento linguistico del Kolbe College. Insegnante di italiano con tre decenni di carriera alle spalle, i suoi primi passi in questa scuola sono stati fatti nella direzione di garantire agli studenti un programma di italiano dall’Anno 7 all’Anno 12.
“Quest’anno le classi arrivano fino all’Anno 10, quindi dal 2026 cominceremo con il VCE”, ha chiarito. Al Kolbe College si insegna anche l’arabo, “una scelta dettata dal fatto che tanti ragazzi e ragazze studiavano la lingua tramite il VSL (Victorian School of Languages), quindi ho pensato che sarebbe stato utile che la scuola offrisse il corso”.
Con l’obiettivo futuro di aprire a una terza lingua, il gruppo di sei insegnanti, spalleggiati dal preside, spendono enormi energie per l’insegnamento delle lingue straniere.
“Il preside, Nick Scully, dà grande supporto al dipartimento, appoggiando tutte le iniziative di cui riesce a vedere il valore. Non è purtroppo sempre stato così: in alcune delle altre scuole in cui ho insegnato, ho spesso dovuto lottare”, ha sottolineato Russo.
Una delle prime decisioni come coordinatrice di lingue è stata la scelta di modificare il programma, “che era troppo difficile per gli studenti, considerato che non praticavano abbastanza la lingua”. Così, per non scoraggiare i ragazzi, Russo ha deciso di rimetterci mano, partendo dalle risorse per la classe: “Anziché usare un unico libro di testo, abbiamo creato tanti libretti, adatti ai diversi livelli”.
E, chiaramente, oltre il lavoro in classe, ci sono tutte le iniziative che gli insegnanti propongono per stimolare gli studenti, per rendere interessante e rilevante lo studio della lingua.
“Con gli Anni 9 e 10 quest’anno andremo in Italia, un giro di oltre due settimane tra Roma, Pompei, Napoli, Capri, Sorrento, Assisi, Bologna, Firenze e Venezia. E un’occasione per cercare una scuola con cui costruire un gemellaggio e organizzare scambi in futuro”, ha detto Russo.
Ma il viaggio in Italia, per quanto sia un evento che gli studenti aspettano con grandissimo entusiasmo, non è l’unico strumento su cui si può fare leva, e Russo lo sa. Per questo organizza ‘gli amici di penna’, lo scambio di lettere con altre scuole, o la settimana dedicata alla multiculturalità, un momento per gli studenti per raccontare anche del proprio background e della seconda lingua che parlano in casa.
Un evento particolarmente apprezzato, dove partecipano spesso anche i nonni o i familiari dei ragazzi e delle ragazze, cucinando piatti tipici o condivivendo le proprie storie.
“Abbiamo anche il club di lingua una volta alla settimana e abbiamo invitato a scuola Archimede Fusillo, un autore di molti libri per ragazzi che racconta anche la sua esperienza di italo-australiano che ha vissuto per tanti anni in Italia. Con gli studenti dell’Anno 9, in classe leggiamo uno dei suoi romanzi, The Dons, che racconta la storia della sua famiglia”.
“E poi - ha proseguito Russo - organizziamo delle gite: siamo andati al Calabria Club, al Museo dell’Immigrazione, al Lume per la mostra di Leonardo Da Vinci, al museo italiano del Co.As.It.”.
Le occasioni che si creano sono tante, sempre con l’obiettivo di dare rilievo alla lingua e alla cultura. Russo è convinta della necessità di coinvolgere attivamente i ragazzi nella scelta delle attività che propone; per questo propone spesso dei sondaggi tra gli studenti.
“Per sapere cosa piace, cosa vorrebbero approfondire, a cosa sono interessati e a cosa no. E i ragazzi mi hanno detto che le gite per loro sono importanti; li aiutano a capire il perché devono continuare a studiare italiano”.
Avere un obiettivo comune con gli studenti accresce il loro interesse: “Per questo - ha assicurato l’insegnante - è fondamentale dare voce ai ragazzi e ascoltarli”.
Legare a doppio filo lingua e cultura è altrettanto rilevante e uno dei modi usati da Russo è di far partecipare i suoi studenti alla competizione di recitazione poetica della Dante Alighieri.
“Ma non basta chiedere chi ha voglia di partecipare: a scuola l’abbiamo reso obbligatorio trasformandolo in un compito in classe, così non si possono tirare indietro. L’anno scorso abbiamo anche vinto”, ha aggiunto con fierezza.
Il gruppo di docenti si è completato con due insegnanti madrelingua, che hanno portato non solo l’autenticità della pronuncia, ma anche una testimonianza della vita dei migranti italiani contemporanei.
E per il prossimo futuro sono grandi i progetti del Kolbe College: con il nuovo campus che aprirà a Mickleham nel 2026, la scuola passerà da 1.200 a duemila studenti e il gruppo di insegnanti di italiano è pronto ad affrontare questa sfida.
“Sono molto fortunata per il gruppo di colleghi - ha commentato Russo -; si dedicano moltissimo e gli alunni lo vedono e lo apprezzano”.
Con l’obiettivo di far crescere il programma, Claudia Russo è positiva rispetto al mantenimento e alla crescita dell’italiano nella scuola: “Ho lavorato per 32 anni con l’obiettivo di far amare questa lingua ai ragazzi e non ho intenzione di smettere”.