TEL AVIV - “Siamo entrati in questa casa, abbiamo usato una pinza, una sveglia, uno stivale, abbiamo preso dei petti di pollo, sette caramelle, una busta di candele, 30 pasticche di antidolorifici, lo shampoo e quattro pomodori. Nota bene: abbiamo cambiato la serratura della porta”.
È il messaggio, scritto a mano, apparso nella cucina di Abu Jawad. Riappropriatosi del suo appartamento di Nabatieh Fawqa, in Libano, appena due ore dopo l’inizio del cessate il fuoco, il poliziotto 53enne ha appurato che non aveva le finestre del salotto ma una promessa accanto al frigo: “Vi verrà rimborsato tutto, contattate il responsabile del villaggio”, un messaggio firmato dai miliziani di Dio.
Non è estrema cortesia né il nuovo galateo bellico, in realtà lo impone l’Islam che dice di “non usare la roba degli altri senza permesso”. Ma di fronte a un Paese semidistrutto da un conflitto in cui è stato trascinato da un’unica fazione, è anche il modo con cui il Partito di Dio si compra il consenso degli scontenti e, ora, dei senzatetto.
Gli attacchi devastanti, i lanci di decine di razzi e missili, le sirene d’allarme non si sentono più da mercoledì scorso, quando è entrata in vigore la tregua, ma gli scontri a bassa intensità tra Hezbollah e Israele continuano a essere all’ordine del giorno. Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno infatti accusato le milizie filoiraniane di violare l’accordo e il portavoce ha riferito che l’esercito ha attaccato più volte nella giornata di sabato.
Da Beirut, il ministero della Sanità ha dichiarato che tre persone sono rimaste ferite in un attacco contro un’auto: “Un raid del nemico israeliano contro un’auto a Majdal Zoun, nel sud del Libano, ha ferito tre persone, tra cui un bambino di 7 anni”, si legge nella nota ufficiale.
Nel frattempo, le truppe israeliane stanno operando in diverse zone di Gaza dove, secondo i media palestinesi, sono deceduti almeno 40 civili, tra cui donne e bambini, in un nuovo raid nell’area Nord. Il ministero della Sanità di Hamas riferisce che in totale 44.382 persone sono state uccise nella Striscia, compresi i cinque civili colpiti a Khan Younis, nel sud di Gaza, di cui tre erano operatori umanitari di World Central Kitchen, secondo quanto riferito da al Jazeera.
L’Idf ha dichiarato che l’obiettivo colpito con droni era un terrorista di Hamas che ha preso parte all’assalto del 7 ottobre ed era stato impiegato presso l’organizzazione umanitaria. La Ong ha dichiarato che sospenderà le operazioni a Gaza e che “non era a conoscenza del fatto che i passeggeri del veicolo colpito avessero presunti legami con l’attacco di Hamas del 7 ottobre”.