ROMA - Vasta operazione della Direzione Investigativa Antimafia su tutto il territorio nazionale. L’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale della capitale, su richiesta della Procura romana, Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto misure cautelari nei confronti di 18 persone ritenute gravemente indiziate di far parte di due associazioni, con l’aggravante mafiosa, radicate nel capoluogo regionale laziale e finalizzate alla consumazione di estorsioni, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti; reati aggravati dall’aver agevolato i clan di camorra Mazzarella-D’Amico, le cosche della ‘ndrangheta Mancuso e Mazzaferro e il clan Senese.
Tra i i nomi più eccellenti ci sarebbero Antonio Nicoletti e Vincenzo Senese, rispettivamente figlio di Enrico, ovvero il cassiere della Banda della Magliana, e il figlio del boss Michele detto “O pazz”. Il gip del tribunale di Roma scrive, in particolare, su Vincenzo Senese: “Un’alleanza con Salvatore D’Amico per gestire ed espandere le illecite attività nel territorio della capitale. Con il contributo del Macori mantiene il controllo degli interessi affaristico/criminali nel settore idrocarburi grazie al contributo di Piero Monti. Essendo figlio di Michele funge anche da garanzia per gli investimenti delle ‘ndrine Morabito e Mancuso, e dal clan Rinaldi/Formicola nel commercio di idrocarburi attraverso la rete di imprese collegate al Monti. È presente agli incontri del vertice del sodalizio che si svolgono anche presso l’abitazione del Macori”.
Nella maxi operazione è stata indagata, con l’accusa di riciclaggio, anche Domitilla Strina, la figlia di Anna Bettozzi Di Cesare, l’imprenditrice nel settore del commercio dei petroli e cantante conosciuta come Anna Bettz e Lady Petrolio. Tra i sequestri per oltre 131 milioni di euro, disposti dal giudice per le indagini preliminari Emanuela Attura, c’è anche un deposito fiscale di carburante nella provincia di Venezia.
Il gruppo criminale smantellato dalla DDA e dal centro operativo della Dia della capitale, operava su tutto il territorio nazionale e in particolare nel Veneto, nel Lazio, a Roma e nella zona di Pomezia e in Campania. Nel blitz sarebbe finito anche Daniele Muscariello, l’ex produttore cinematografico, già in carcere e condannato a nove anni per riciclaggio. Scrive il Gip di Roma, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata a Muscariello: “E’ tra gli organizzatori della ‘politica’ economico-criminale dell’associazione, in quanto recluta gli imprenditori da assoggettare al sistema di riciclaggio e mantiene costanti rapporti con esponenti del mondo istituzionale e appartenenti alle forze dell’ordine, come si è visto nella esposizione dei fatti oggetto delle imputazioni. Ha favorito l’ingresso nel sodalizio romano di Salvatore D’Amico, inteso ‘O’ pirata’, esponente apicale del clan D’Amico/Mazzarella, così accrescendo la forza economica e militare della consorteria di appartenenza. Partecipa a numerosi incontri tra i vertici del sodalizio per affrontare le criticità emerse all’interno della centrale di riciclaggio. Pianifica con Salvatore Ventura un attentato nei confronti di Salvatore Pezzella e Stefano De Angelis, in quanto non avevano corrisposto al sodalizio i guadagni della attività di riciclaggio gestite sulla capitale con Alberto Coppola, evento non verificatosi per il decesso improvviso del Ventura”.