LONDRA – Southport non è riuscita nemmeno a piangere le sue piccole vittime, tre bimbe tra i sei e i nove anni uccise a coltellate nel feroce assalto condotto lunedì da un 17enne in un centro di danza e yoga nella città inglese vicino a Liverpool, perché le sue vie si sono trasformate in un campo di battaglia per i disordini scatenati da simpatizzanti dell’ultradestra extraparlamentare britannica contro una moschea e gli agenti intervenuti in forze per fermarli.

Si era da poco conclusa, per di più in anticipo per l’aria tesa che già si respirava, la veglia con migliaia di cittadini sconvolti per un caso di violenza cieca senza precedenti in quella comunità inglese, quando circa 200-300 persone, molte provenienti da altre zone del Merseyside e da contee vicine, si sono riunite per prendere di mira la moschea cittadina di St Luke’s Road e il parcheggio circostante lanciando pietre, bottiglie incendiarie e altri oggetti.

Hanno perfino abbattuto dei muretti perimetrali per potersi procurare dei mattoni da scagliare contro la polizia e l’edificio religioso, rompendo i vetri di alcune finestre. Nei disordini fra i veicoli danneggiati o dati alle fiamme sono rimasti feriti oltre 50 agenti e sono stati compiuti quattro arresti di estremisti.

Erano arrivati lì dopo che la voce era corsa sui social media, alimentata negli ambienti dell’ultradestra – a partire dall’English Defence League, gruppo di matrice islamofoba – e da diversi influencer più volte accusati di razzismo e misoginia, come l’ex campione mondiale di kickboxing Andrew Tate, sotto processo col fratello Tristan in Romania per stupro, tratta di esseri umani e associazione a delinquere, e il sulfureo opinionista Laurence Fox, con una serie di fake news riguardanti l’identità dell’aggressore: indicato come un immigrato o un richiedente asilo di fede islamica, quando invece, stando alla Bbc, si tratta di un 17enne nato nel Regno Unito da genitori ruandesi non musulmani, di cui non è stata resa nota l’identità per ragioni legali, in quanto minorenne.

A cavalcare l’emozione seguita alla tragedia nel centro di yoga e danza che ha sconvolto e commosso il Paese intero ci si è messo anche il leader populista e deputato Nigel Farage con un video pubblicato martedì sul suo profilo di X in cui aveva posto interrogativi sull’esclusione del movente terroristico da parte della polizia rispetto al sanguinoso attacco contro le bambine.

“Mi chiedo solo se la verità non ci venga nascosta”, aveva aggiunto, dando corpo così alle voci senza controllo e infondate su una presunta pista islamica. “Gli scontri sono stati chiaramente organizzati online – ha detto il primo ministro Keir Starmer in una conferenza stampa a Downing Street – e si tratta di un reato”. Per Starmer l’incitamento alla violenza non ha nulla a che fare con la libertà di espressione.

Il premier britannico ha poi offerto il massimo sostegno del governo laburista alla polizia. “Questa non è una protesta: è un disordine violento e occorre agire”, ha detto Starmer dopo essersi riunito coi capi delle maggiori forze di Polizia del Paese.