ROMA - Prevista domani alle 12.15 l’informativa alla Camera dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sul caso Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l’umanità ed espulso dall’Italia, dopo la scarcerazione, il 21 gennaio scorso.
È stato comunicato durante la riunione dei capigruppo, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari. “Non ci sarà la diretta televisiva. Per ottenere la diretta, richiesta dalle opposizioni, serviva l’unanimità. Ma qualcuno in maggioranza non era d’accordo”, ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
“Il governo non scappa dal Parlamento, non c’era nessuna volontà dilatoria”, l’informativa sarà tenuta da “due ministri molto importanti; quindi, sono in grado di dare le risposte adeguate”, ha dichiarato Ciriani al termine della capigruppo. Interpellato su una eventuale altra informativa della premier Giorgia Meloni, chiesta a gran voce dalle opposizioni, ha risposto: “Ci sono i due ministri che sono in grado di garantire la massima informazione”.
L’ex ministro e consigliere del Pd in Regione Liguria Andrea Orlando, parlando del caso Almasri a margine della seduta del Consiglio regionale della Liguria, ha commentato: “Perché, se ci sono interessi di carattere nazionale, come ha detto il ministro Piantedosi, non è stato apposto il segreto di Stato? Questa è una risposta che può dare soltanto Meloni che non casualmente non si presenterà alle Camere. Sarebbe interessante capirlo perché da quello si capirebbe anche come è declinato questo interesse nazionale. Se si tratta di questioni che riguardano i flussi migratori o altri interessi di carattere economico e commerciale rispetto ai quali io credo che probabilmente l’utilizzo del segreto di Stato non si sarebbe attagliato adeguatamente. Ma questa è una bella domanda che necessiterebbe di una bella risposta”.
Sul caso Almasri, è intervenuto il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlando al margine di una conferenza stampa organizzata oggi a Bruxelles dagli europarlamentari di Avs, insieme a una delegazione di rappresentanti della Rete Nazionale “No Ddl Sicurezza – A Pieno Regime”, che da mesi sta mobilitando la società civile contro il Ddl Sicurezza del governo.
“Giorgia Meloni e il suo governo vengano in Parlamento per rispondere ad alcune semplici domande: perché hanno liberato una persona accusata di torture, stupri, assassini, di crimini di guerra e contro l’umanità? – si chiede Fratoianni –. Perché lo hanno riaccompagnato comodamente a casa, per continuare quei reati, con un volo di Stato? Perché hanno dato uno schiaffo alla Corte penale internazionale e al diritto internazionale? Non possono continuare a nascondersi né continuare ad evocare improbabili complotti devono semplicemente rispondere e dire la verità, se ne hanno il coraggio”.
L’altro leader di Avs, il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha subito aggiunto: “Sono passate due settimane, e Giorgia Meloni continua a non venire nel Parlamento”.
La premier, ha continuato Bonelli, “parla però sui social: attacca la magistratura per delegittimarla. Ma una cosa è chiara: ha liberato un torturatore, uno stupratore anche di bambini, un trafficante di esseri umani. Lei accusava noi di essere amici dei trafficanti di esseri umani. Oggi l’Italia e il mondo intero sanno che lei è complice”.