WASHINGTON – Donald Trump parte a tutta velocità e, nella sua prima intervista dalla vittoria di novembre, lascia intendere che la sua presidenza sarà fuoco e fiamme, in patria come all'estero.
A parte ribadire che deporterà tutti gli immigrati illegali, abolirà lo ius soli e grazierà gli insurrezionisti dell'assalto a Capitol Hill, il presidente eletto ha subito messo in chiaro con gli alleati che gli Stati Uniti sono pronti a uscire dalla Nato “se non saranno trattati giustamente”.
Una minaccia lanciata anche durante il suo primo mandato alla Casa Bianca e ribadita più volte in campagna elettorale ma che, a un mese dall'insediamento e con il caos di guerre e conflitti in Europa e Medio Oriente, fa tremare i polsi ai partner dell'Alleanza.
“Devono pagare i loro conti”, è l'attacco del tycoon che da anni accusa i Paesi del Vecchio Continente di non spendere abbastanza per la difesa e di approfittare dell'ombrello americano, soprattutto in questi ultimi due anni con l'aggressione della Russia all'Ucraina.
Anche su questo tema The Donald resta coerente con le sue promesse elettorali avvertendo anche che un taglio agli aiuti a Kiev è molto probabile.
La scorsa settimana il segretario generale della NATO Mark Rutte in un’intervista aveva ammesso che Trump “ha fatto bene” a chiedere alle nazioni dell’alleanza atlantica di spendere di più per la difesa: “Aveva ragione nel 2018 quando disse che dovevamo spendere di più", ha detto Rutte. "Da allora, abbiamo aumentato in modo massiccio, da parte europea, la nostra spesa per la difesa. Quindi questo è merito di Donald Trump".
Dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022, i leader della NATO hanno sottolineato che l'obiettivo del 2% dovrebbe essere considerato un minimo. Rutte ha ribadito questo punto nel corso dell’intervista con Jonathan Lemire sulla MSNBC.
"Dobbiamo fare di più. Non possiamo limitarci al 2%. Deve essere molto di più se, a lungo termine, vogliamo mantenere un buon livello di deterrenza contro i russi e altre nazioni", ha sostenuto.