MELBOURNE – Due donne, probabilmente di origine straniera, sono morte dopo essere rimaste intrappolate in una violenta bufera di neve sul Monte Bogong, la vetta più alta dello stato di Victoria. I loro corpi sono stati trovati vicino alla Cleve Cole Hut, un rifugio alpino isolato, da un gruppo di escursionisti che ha immediatamente allertato i soccorsi nella tarda mattinata di venerdì.
Le due escursioniste, entrambe di età compresa tra i 20 e i 30 anni, sono state scoperte abbracciate l’una all’altra, in un apparente tentativo di sopravvivere al freddo estremo che ha investito la zona nei giorni precedenti. Secondo la polizia del Victoria, le donne sarebbero morte di ipotermia dopo essere state esposte a condizioni meteorologiche proibitive.
Il luogo del ritrovamento si trova tra la Cleve Cole Hut e la Summit Hut, a un’altitudine superiore ai 1700 metri, in un’area particolarmente esposta ai venti e difficilmente accessibile. Dopo l’allarme lanciato da alcuni escursionisti, le unità di ricerca e soccorso, insieme al nucleo di pattugliamento aereo della polizia, hanno avviato una complessa operazione per raggiungere il sito.
A causa delle condizioni estreme, con temperature sotto lo zero e raffiche di vento oltre i 60 chilometri orari, i soccorritori sono stati costretti a trascorrere la notte sul posto, accampandosi tra la neve. Le salme sono state recuperate con l’ausilio di un elicottero nella mattinata di sabato.
“Il meteo negli ultimi due o tre giorni è stato eccezionalmente difficile: temperature fino a –2,8 gradi, venti di 83 chilometri orari e continue nevicate”, ha spiegato l’ispettore Paul Hargreaves in una conferenza stampa. “È probabile che le due persone siano state sopraffatte dalle condizioni meteorologiche, sviluppando una grave ipotermia che le ha portate alla morte”.
Secondo il Bureau of Meteorology, la temperatura percepita (“feels like”) nella zona del Falls Creek Ski Resort, poco distante dal Monte Bogong, sarebbe scesa fino a –11°C durante le ore notturne.
La polizia ritiene che le vittime fossero turiste straniere in viaggio nel Victoria per fare escursionismo e campeggio. Non risultano infatti denunce di persone scomparse compatibili con le loro descrizioni.
“Al momento la loro identità non è nota”, ha confermato Hargreaves. “Stiamo collaborando con il ministero degli Affari esteri e del commercio per contattare le famiglie e confermare l’identità delle vittime. Questa indagine diventerà presto di competenza del coroner”.
La polizia ha lanciato un appello a chiunque abbia visitato la zona del Monte Bogong nei giorni precedenti e possa aver visto persone disorientate o non adeguatamente vestite per le condizioni meteorologiche, invitandolo a farsi avanti.
“Queste aree sono impegnative da raggiungere, e se non si dispone delle giuste condizioni e dell’attrezzatura adeguata possono diventare molto pericolose”, ha sottolineato Hargreaves. “Non è raro che la polizia debba soccorrere persone bloccate o in difficoltà in questa zona.”
Geoff Stephens, segretario del Mount Bogong Club, che cura la manutenzione dei sentieri e dei rifugi dell’area, ha descritto il maltempo degli ultimi giorni come “atroce”. “Deve essere stato terrificante per loro”, ha dichiarato. “È una zona molto esposta, con vegetazione bassa e un crinale ventoso. Anche se si è preparati, è facile trovarsi in difficoltà se una perturbazione arriva all’improvviso.”
Stephens ha ricordato che molti escursionisti sottovalutano la montagna, considerandola una semplice passeggiata. “I sentieri che portano al Bogong richiedono un buon livello di forma fisica e preparazione per affrontare terreni difficili”, ha spiegato.