CANBERRA - Secondo un’analisi sviluppata da Frontier Economics, il costo complessivo del piano nucleare della Coalizione sarà di 331 miliardi di dollari, ben 264 miliardi in meno rispetto ai 595 miliardi previsti per la diffusione delle rinnovabili avviata dal Partito laburista, piano da completarsi entro il 2050.
Questa rilevante differenza dei costi deriva in gran parte dalla minore necessità di realizzare nuove infrastrutture di trasmissione nel piano della Coalizione, che prevede di utilizzare le linee di trasmissione esistenti che distribuiscono l'energia prodotta dalle centrali alimentate a carbone.
La strategia prevede che le centrali a carbone continuino a operare mentre vengono definiti i contratti per le nuove strutture, ipotizzando una crescita più lenta della domanda di elettricità rispetto alle previsioni del governo. Nel 2050, le rinnovabili forniranno il 54% dell’elettricità, con il 38% generato dal nucleare e l’8% derivato dallo stoccaggio di gas.
Il piano include la costruzione di sette reattori nucleari nei siti di centrali a carbone prossime al pensionamento, Tarong e Callide nel Queensland, Liddell e Mount Piper nel New South Wales, Port Augusta nel South Australia, Loy Yang nel Victoria e Muja nel Western Australia. I primi due reattori saranno completati tra il 2035 e il 2037, a condizione che la Coalizione vinca le prossime elezioni.
Dutton ha dichiarato che il piano “ridurrà notevolmente i costi energetici per famiglie e imprese, rafforzando l’economia nazionale”.
“L’approccio della Coalizione integra l’energia nucleare a zero emissioni con le rinnovabili, offrendo un costo complessivo del sistema largamente inferiore rispetto a quello del Partito laburista”, ha dichiarato il leader dell’opposizione.
Questo annuncio segna un punto cruciale nel dibattito politico sull’energia e il cambiamento climatico, in vista delle elezioni federali previste per maggio.