Lo scorso martedì, 25 giugno, nella sala delle conferenze del Co.As.It., ha avuto luogo la riunione sulle sessioni informative dell’Università della Terza Età del Co.As.It. A dare il benvenuto ai presenti e aprire i lavori dell’incontro è stato compito dell’operatore culturale del Co.As.It., il dottor Paolo Baracchi. Dopodiché, Francesco Pascalis, coordinatore del C.U.T.E., nel suo intervento si è soffermato principalmente sulle finalità, dal punto di vista sociale, del progetto, quali l’emancipazione culturale, la stimolazione dei processi cognitivi al fine di prevenire l’invecchiamento del cervello, e la possibilità di socializzazione quale miglior antidoto contro isolamento e la solitudine. E ha voluto concludere ringraziando i vertici del Co.As.It. nelle persone di Vincenzo Volpe, il presidente, e Marco Fedi, l’amministratore delegato, per la loro sensibilità e per il loro sostegno al progetto, e al contempo ha ricordato, con sentimenti di grande apprezzamento, la collaborazione da parte di Frank Di Blasi, presidente e coordinatore dell’Associazione dei Circoli Pensionati Italiani del Victoria (Co.As.It.) nel promuovere l’iniziativa presso la comunità e la fondamentale dedizione al lavoro di divulgazione culturale portato avanti da Ivano Ercole, come insegnante e animatore dei corsi del C.U.T.E. 

È stato proprio il responsabile del programma didattico di C.U.T.E., Ivano Ercole, a parlare dei giovamenti che questo progetto produce su chi vi partecipa. “Oggigiorno - ha detto - grande enfasi viene posta sull’attività fisica per contrastare le conseguenze dell’invecchiamento trascurando la rilevanza dell’attività cerebrale. L’esercizio fisico è importante ma non sufficiente per ridurre gli scompensi dell’invecchiamento. Occorre anche esercitare il cervello che sovrintende a tutte le funzioni sia fisiche sia psichiche e il metodo più efficace è impegnarsi ad apprendere sempre nuove cose”.  Nel suo intervento, Ivano Ercole si è poi soffermato sul programma di apprendimento portato avanti nelle sei classi dell’Università per anziani attualmente operanti in altrettanti sobborghi di Melbourne. 

“Le classi - ha aggiunto Ercole - si distinguono da quelle in funzione nella U3A (acronimo di “University of the Third Age”) non solo perché si svolgono in lingua italiana, ma anche per il fatto che ogni classe abbraccia molteplici campi del sapere, dalla scienza alla filosofia, dalla letteratura alla musica, dalla storia all’attualità, mentre invece nella U3A le diverse classi sono dedicate a un solo argomento specifico”. Il relatore ha infine offerto esempi pratici degli effetti del programma sui partecipanti alle classi. “Quasi tutti i nostri anziani - ha concluso Ivano Ercole - non hanno avuto l’opportunità di studiare, provenendo in gran parte da una realtà povera che li sottraeva alla scuola e li obbligava a imparare un mestiere e mettersi a lavorare in giovanissima età. Hanno alle spalle una vita tutta dedita al lavoro concentrando sul futuro dei loro figli le loro aspirazioni di emancipazione economica e sociale. Hanno portato a termine questo compito con straordinario successo e ora viene loro offerta la possibilità di tornare, per così dire, sui banchi di scuola e, forti della loro esperienza esistenziale, sviluppare il gusto di apprendere ciò che gli esseri umani sono riusciti a realizzare nel corso di millenni di storia e, così facendo, tenere attivo il proprio cervello e scoprire il fascino dell’età matura”. 

Molte sono state le domande dei presenti rivolte agli ospiti relatori che hanno fornito esaurienti e chiari approfondimenti.