FIRENZE - Nell’ambito delle indagini sull’esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze), avvenuto il 9 dicembre scorso e costato la vita a cinque persone, la procura di Prato ha stabilito che dovrà essere incaricata una consulenza tecnica per individuare se l’evento e le condotte successive abbiano prodotto inquinamento ambientale.
L’esigenza, come spiega una nota diffusa dal procuratore capo di Prato Luca Tescaroli, è stata resa necessaria dopo che sono stati confermati malfunzionamenti in seno all’impianto che hanno comportato sversamenti di combustibile, come accertato nei numerosi sopralluoghi.
In particolare, la procura vuole appurare la presenza di idrocarburi e altre sostanze nocive nelle acque sotterranee e nelle aree circostanti al deposito, compresi i canali di scolo, anche per capire se siano imputabili responsabilità penali e se sia necessario effettuare una bonifica per ripulire l’area interessata.
Questi accertamenti rende necessario il mantenimento del sequestro attualmente in atto, visto che la cessazione delle operazioni di trasferimento di prodotti da e verso il deposito e delle attività commerciali connesse non ha comunque diminuito la pericolosità del sito.