BERLINO – Il Parlamento tedesco dovrà presto discutere la mozione presentata da una quarantina di deputati per mettere al bando l’ultradestra di Afd facendo ricorso alla Corte Costituzionale. Un’iniziativa bipartisan che coinvolge ben quattro partiti e che solleva un nuovo dibattito in Germania sulla vera natura del partito di Alice Weidel, Tino Chrupalla, (i due leader nazionali) e Björn Hoecke, l’eminenza grigia che dopo il trionfo in Turingia proverà a far pesare sempre di più l’ala estremista della creatura politica nata per iniziativa di un gruppo di economisti antieuro nell’era Merkel.
Attualmente Alternative für Deutschland è sottoposta alla sorveglianza dei servizi di sicurezza interni come “caso sospetto di estremismo di destra”. E la mossa dei parlamentari che preparano da mesi il loro affondo parte proprio da una pronuncia di un tribunale, che ha definito legittima questa classificazione da parte dell’intelligence. A riferire dell’iniziativa parlamentare è stato il giornale Die Welt precisando che la mozione è stata firmata da una quarantina di deputati appartenenti a quattro partiti: Spd, Cdu-Csu, Verdi e Linke.
Per un’azione del genere – che può essere avviata solo dal Bundestag, dal Bundesrat o dal governo – servono almeno 37 parlamentari. E stando al quotidiano, da ciascuno dei partiti coinvolti ci sarebbero almeno una decina di adesioni.
“Il Bundestag tedesco – recita la mozione – in linea con l’articolo 21 della Carta fondamentale, chiede alla Corte di rilevare che il partito Alternative für Deutschland è anticostituzionale”. In via subordinata, il Parlamento ne chiede l’esclusione dai finanziamenti statali. Stando al passaggio della Carta citato nella richiesta, i partiti possono essere ritenuti anticostituzionali quando “si può dedurre dai loro obiettivi o dal comportamento dei loro esponenti, che vogliano pregiudicare o abolire l’ordine democratico delle libertà”.
Il tentativo di mettere al bando un partito estremista è però già fallito in passato nella Repubblica federale, e per ben due volte, contro i neonazisti dell’Npd, che navigavano sempre su percentuali bassissime. Proprio a quei buchi nell’acqua si guarda oggi in una situazione chiaramente diversa: AfD ha un forte seguito in Germania, dove per la prima volta si è affermata come prima forza politica nel Land di Erfurt, sfondando la soglia del 30%, e ha dominato la scena anche in Sassonia e Brandeburgo.
Successi che hanno provocato un vero terremoto e l’improvviso irrigidimento delle politiche del governo sui migranti. A fine maggio lo stesso cancelliere Olaf Scholz aveva preso posizione su un eventuale “divieto”, affermando che “bandire un partito è una cosa molto difficile in una democrazia”. Mentre è stato il presidente dei Socialdemocratici a osservare, guardandosi bene dal prendere posizione, che “si tratta di una decisione che ha un rilievo esclusivamente giuridico”.
Nei giorni scorsi la elezione del presidente del Consiglio regionale, sempre in Turingia, ha già mostrato le grandi difficoltà cui va incontro la politica tedesca, alle prese con un partito tanto forte, quanto politicamente isolato. Per il primo atto ufficiale del parlamentino locale lo scontro in aula è stato talmente acceso da sfociare in un ricorso all’Alta Corte. Solo i giudici hanno sbloccato l’impasse, rendendo possibile l’elezione, sabato, di un esponente della Cdu.