BUENOS AIRES - Attrice, cantautrice e ora anche regista. Margherita Vicario firma il suo primo lungometraggio, Gloria!, che uscirà nelle sale argentine l’8 maggio, dopo essere stato presentato alla Semana del cine italiano a Buenos Aires (dal 10 al 16 aprile). Un film musicale corale, che racconta l’emancipazione femminile attraverso la forza creativa della musica.
Negli ultimi anni Margherita ha saputo conquistare una solida popolarità come artista indipendente, unendo testi ironici e impegno sociale in uno stile musicale fresco e teatrale. Con Gloria!, la sua vena creativa si espande al grande schermo, confermandola come una delle voci più originali della scena culturale italiana contemporanea.
Il film, ambientato in un collegio femminile d’inizio Ottocento, prende ispirazione dalle storie poco conosciute delle orchestre femminili degli Ospedali Grandi di Venezia. Queste istituzioni per secoli hanno accolto ragazze orfane o abbandonate, offrendo loro una rigorosa educazione musicale.
Alcune di queste giovani donne diventarono celebri per il loro virtuosismo, suonando anche per Vivaldi, che fu maestro di cappella per il più acclamato di questi cori, quello della Pietà di Venezia. Tuttavia, nonostante il loro talento, non potevano ambire a una carriera: la loro arte restava confinata all’interno delle mura dell’istituto.
Da questa frustrazione storica — che risuona ancora oggi, nella disparità di trattamento tra uomini e donne nella musica — nasce il desiderio di raccontare una storia inventata, ma radicata nella realtà, fatta di sorellanza, ribellione e creazione condivisa.
“Mi ero stufata che, in ogni intervista, mi si chiedesse delle donne nella musica prima ancora di farmi una domanda sul mio lavoro”, racconta Margherita, intervistata da Il Globo. Così ha iniziato una ricerca storica sulle compositrici del passato, che l’ha condotta a queste figure straordinarie, ma dimenticate.
La protagonista di Gloria! è Teresa, una ragazza dal passato difficile che trova rifugio nella musica. La sua immaginazione trasforma i suoni quotidiani in melodie. Un espediente narrativo che, dice Vicario, “forse viene da troppi film Disney visti da bambina”, ma che qui assume un significato profondo: la musica diventa forma di salvezza, linguaggio intimo e mezzo per entrare in contatto con altre donne.
Le sequenze musicali sono uno degli elementi più potenti del film: girate con una precisione quasi coreografica, nascono dalla lunga esperienza di Vicario come musicista e performer. In una scena chiave, il Concerto per due violini di Vivaldi guida perfettamente i gesti delle attrici. “Non è solo montaggio – precisa la regista –. È stato girato così: ogni movimento era scritto in partitura”.
La colonna sonora originale è stata composta insieme a Dade (Davide Pavanello), suo storico produttore, ed è un prolungamento naturale del suo mondo musicale. Alcune scene, racconta, “sono nate prima dalla musica e poi dalla sceneggiatura”. Le mani che suonano nel film sono della Margherita: “Sono la controfigura della protagonista, perché alcune parti le suonavo direttamente io”.
Tra le attrici del film figura Veronica Lucchesi, voce della band La Rappresentante di Lista, scelta per interpretare Bettina, personaggio ispirato alla canzone Questo Corpo.
“Volevo rendere omaggio a una collega che ammiro profondamente – spiega Vicario –. Il gioco era far cantare a Veronica i suoi pensieri, come se una sua antenata fosse attraversata dagli stessi tormenti”. Il risultato è “una sorta di cantautorato ante-litteram", in cui la voce di una donna del passato si fa sorprendentemente contemporanea.
Il finale del film è volutamente simbolico e carico di speranza che ribalta l’amarezza storica. “È un finale sopra le righe, iperbolico perché... la realtà storica è che Napoleone chiuse gli istituti e queste donne finirono in strada”, spiega la regista.
“La realtà è già abbastanza pessimista – insiste Vicario –. Se in un film non c'è uno 0,5 per cento di speranza, io esco dal cinema insoddisfatta. Nel mio film ci ho messo il cento per cento di speranza: ho fatto come mi pareva, e poi abbiamo bisogno di un po’ di incoraggiamento”.
E ha fatto bene, perché le persone in sala si commuovono e anche le sue colleghe cantautrici hanno accolto l’opera con grande emozione. “Lo hanno sentito proprio come un film per loro. Non solo sul piano femminile, ma anche come racconto dei meccanismi della creazione artistica”, spiega Vicario.
E adesso? Niente concerti per il momento. Margherita è già immersa nella scrittura di nuova musica e di un nuovo film, ambientato nel presente e in paesaggi aperti, lontani dai “corpetti” e dai violini barocchi.
“Adesso sto lavorando a una nuova idea, poi sicuramente ci sarà qualcuno che mi aiuterà, perchè il cinema si fa insieme – racconta Vicario –. In ogni fase, sceneggiatura, riprese, montaggio e promozione, sono stata accompagnata da persone diverse”. Ci pensa un attimo e conclude: “È come un’orchestra”.