Lo stile resta inconfondibile, con quella carica di energia e ironia mai sopita negli anni, ma anche con la volontà di lasciare le porte aperte al sogno e a una riflessione più profonda: Alberto Fortis torna al suo pubblico con un nuovo singolo dal titolo accattivante, “Shopping con Alanis”, e dalle sonorità pop-rock, in cui il rapporto tra consumismo e identità viene esplorato attraverso l’incontro fantasticato con la celebre cantautrice canadese Alanis Morissette. Il brano trasporta dentro lo scenario di un supermercato aperto 24 ore. Un immaginario noto a tutti, un non-luogo ormai entrato nella nostra quotidianità dove “avviene un incontro fatato con la star, Alanis Morissette, che ho sempre adorato come artista e come donna, e con cui ho condiviso collaboratori storici come Francis Buckley, Steve Baker ed Eric Dover: in questa storia io prima cerco di superare la timidezza, poi lascio spazio a sentimenti più forti, e a quella filosofia dei nativi americani che fa da contraltare alla frenesia degli acquisti”, spiega Fortis.
Il singolo è il preludio di un nuovo album, in uscita la prossima primavera. “Sarà un album pregno, sempre nel rispetto della mia identità, un discorso musicale trasversale anche dal punto di vista generazionale - racconta il cantautore - ci saranno otto inediti tra canzoni ritmiche e ballate più intense in cui si scorgono tracce della romanza, con la collaborazione anche dell’Orchestra sinfonica del Teatro San Carlo, e del mio amore per le colonne sonore e i musical”. Più di 40 anni di carriera, il debutto discografico è nel ‘79 con l’album “Alberto Fortis”, brani come “La sedia di lillà”, “Il Duomo di notte”, “Milano e Vincenzo”, “Settembre”, divenuti dei classici, 16 album realizzati tra Italia, Stati Uniti e Inghilterra, un disco di platino, due d’oro e oltre un milione e mezzo di dischi venduti, e ancora la stessa voglia di mettersi in gioco, in primo luogo incontrando il pubblico nei concerti “con video e spazio per l’interazione immediata con la gente”.
“Del resto – spiega –, il banco di prova per chi fa questo lavoro resta il concerto, che è la cosa più autentica. Cerco di mantenere sempre le antenne alte verso l’attualità e uso molto il web, curando la comunicazione personalmente: gran parte del mio pubblico è composta da giovani, molti dei quali musicisti”. Eclettico, sperimentatore, difficile da etichettare, quanto ha pagato negli anni la sua libertà? “L’ho pagata abbastanza: c’è chi mi considera scomodo, chi astruso, forse fa solo paura una musica come la mia, che non è omologata”.