Lo ha affermato il ministro per gli Affari aborigeni Linda Burney, nonostante il duro colpo subito dall’intero processo nel referendum su La Voce Aborigena in Parlamento.
I Verdi hanno presentato al Senato un disegno di legge preparato da una parte terza, un "private member", volto ad istituire questa particolare commissione che avrà il fine di spingere il governo ad agire su alcune sezioni della Dichiarazione di Uluru.
Non è solo il governo federale a farsi carico del processo di truth-telling - un articolato processo di riconciliazione con le genti aborigene da raggiungersi tramite riparazioni in solido e riconoscimenti simbolici o formali - ha detto Burney, facendo notare che anche gli stati e i territori stanno lavorando sulla questione.
“Il Partito laburista è ancora molto impegnato sulla questione del Truth-telling e stiamo lavorando a stretto contatto con gli stati e i territori”, ha detto oggi Burney ospite di ABC Radio.
“La questione del Truth-telling è qualcosa che vedo venire affrontata in vari modi in tutto il paese.”
“Non sono solo i governi ad essere responsabili di questo, sono anche le comunità che la stanno affrontando con entusiasmo.”
Burney ha detto di non ritenere che gli affari aborigeni rimangano una questione bipartisan, inquadrando la Coalizione come una forza antagonista dopo il posizionamento preso contro La Voce.
Il risultato del referendum è stato “straziante”, ma il lato positivo è stato che circa 6,5 milioni di australiani hanno votato “sì” e c’è stato l’emergere di una giovane leadership indigena, ha detto Burney.
“Inoltre, ovviamente, la questione della disparità e dello svantaggio degli aborigeni e le statistiche scioccanti relative al benessere degli aborigeni sono stati esposti sulla scena nazionale e questa è una buona cosa.”
“Prendo questi aspetti positivi come risultati davvero positivi”, ha detto il ministro.