“Mia madre mi ha raccontato che, da bambino, durante le feste in piazza, sgattaiolavo via dalle sue braccia per andare davanti al palco a ballare. Mi appoggiavo a una sedia o a qualsiasi altra cosa potesse darmi supporto, perché ero così piccolo che non riuscivo ancora a camminare bene e a mantenere l’equilibrio. Ero un bambino molto socievole, riuscivo a parlare con chiunque… a far sorridere chiunque”.

Esordisce così Fabio Motta, talento poliedrico, nel corso della nostra intervista, presto sul palco de La Mama Theatre con lo spettacolo An Italian Wedding

Attore, autore teatrale, insegnante di recitazione e clown pluripremiato, Motta ha raccontato di possedere un’inclinazione innata al racconto e al contatto con le persone, vocazione perseguita sin dalla tenera età e poi sfociata nella passione per il teatro e per il clowning.

“Il clown vive attraverso gli occhi del pubblico – racconta Motta –. Nei miei spettacoli non mi piace avere la quarta parete (quel confine immaginario che divide chi guarda e chi recita, ndr) perché è come se stessi facendo qualcosa per conto mio e il pubblico stesse pagando per osservare qualcosa di completamente esterno alle loro vite. È come quando cammini: guardi nelle finestre della gente e osservi ciò che fanno da lontano. Il teatro, invece, deve essere un atto magico, deve essere un momento dove il pubblico e l’attore comunicano qualcosa, senza barriere, e dove il pubblico è parte stessa dell’atto teatrale”.

Che si tratti di stare dall’una o dall’altra parte del copione – dunque, dalla parte di chi quel copione lo idea e lo scrive, o dalla parte di chi, al contrario, lo studia e lo interpreta - quello di Fabio Motta è un approccio molto intimo al teatro, dove quest’ultimo, a partire dalla messa in scena di un racconto personale, diventa veicolo dell’universale, una storia che in qualche modo e sotto certi aspetti riesce a farsi portavoce di una condizione e un sentire condivisi.

È il caso di An Italian Wedding, l’ultima produzione di Motta realizzata in collaborazione con Kristine Landon-Smith, regista londinese, e che lo vede coinvolto tanto dietro le quinte, dunque nella creazione dello spettacolo, quanto sul palco, per interpretare uno dei personaggi della storia. Una storia, tra l’altro, piuttosto innovativa nelle modalità di esecuzione, ma a questo ci arriveremo tra poco.

“Tutto è dopo aver invitato Kristine al mio matrimonio italiano. Non essendo mai stata a una celebrazione del genere prima, è rimasta scioccata nel vedere quanto fosse grande e spettacolare il tradizionale matrimonio italiano, con i nostri lunghissimi banchetti, la quantità infinita di cibo servito, la musica e le persone che non si stancano mai di ballare – ha commentato Motta, spiegando l’idea creativa che ha ispirato questo nuovo spettacolo –. All’epoca eravamo già intenzionati a collaborare e a dare vita a una nostra produzione teatrale, ma non eravamo pienamente convinti dei temi e delle idee che avevamo in mente. Almeno fino a quel momento”.

Fabio Motta ha, infatti, spiegato che il giorno stesso del suo matrimonio, a celebrazione ormai conclusa, la regista londinese si è avvicinata a lui dicendogli che sarebbe stato questo il tema del loro spettacolo, il matrimonio italiano. 

Così, da quel giorno a seguire, i due hanno avviato un lungo processo di ideazione e ricerca, mesi trascorsi a intervistare coppie sposate sia a Melbourne sia in Italia – in particolar modo, in Sicilia e in alcuni territori del Nord – per raccogliere le loro testimonianze e vere e proprie lezioni di vita per un matrimonio felice e duraturo. Questi racconti sono stati poi messi insieme “in una specie di copione”.

“Ci saranno tre attori che indosseranno le cuffie e ascolteranno spezzoni delle interviste che abbiamo condotto, interpretando in tempo reale dinanzi al pubblico le voci che stanno ascoltando”.

Una sorta di improvvisazione, insomma, dove il pubblico presente in sala non sarà capace di ascoltare ciò che gli attori stanno ascoltando in quel momento, ma che vivranno attraverso il recitato degli attori stessi, i quali dovranno “parlare con il ritmo, il torno e la cadenza della voce che stanno ascoltando, dando vita al personaggio sotto gli occhi del pubblico”. 

Tutto ciò confluisce in una rappresentazione teatrale che è al tempo stesso poetica, divertente ed emozionante, capace di arrivare al significato più profondo del concetto di unione tra due persone.

Lo spettacolo andrà in scena a La Mama Theatre dal 21 al 23 novembre. Per informazioni e prenotazioni, visitare il sito.