ROMA – “Il lavoro è alla base della Costituzione italiana ed è progresso, non può essere morte”, ha esordito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il suo intervento all’azienda BSP Pharmaceuticals di Latina dove si trovava per una visita organizzata in occasione della celebrazione della Festa dei lavoratori, che si festeggia il 1 maggio in Italia.

“I salari reali troppo bassi sono una grande questione, le famiglie sono in difficoltà: a marzo 2025 sono dell’8% inferiori rispetto a quelli di gennaio 2021”.

“Quella delle morti sul lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione - ha detto il capo dello Stato -. Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione. È evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato. Riguarda le istituzioni, le imprese, i lavoratori. Ringrazio Cgil, Cisl e Uil per aver scelto la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro come tema di un Primo Maggio unitario”. 

Mattarella ha poi affrontato la questione salariale, punto di partenza fondamentale per “la riduzione delle disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso”.

“Tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita”, ha detto. 
Secondo il Presidente, “il confronto tra le parti sociali, il dialogo favorito dalle istituzioni, è stato nella nostra storia - con intese dal valore epocale - un volano di progresso civile, sociale, economico”.

Dalla sede della Bsp Pharmaceuticals, un’azienda che è diventata negli anni un punto di riferimento mondiale nella produzione di antitumorali di primo trattamento di ultimissima generazione, il capo dello Stato ha anche affrontato il tema migranti, con salari che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali.  

“Fenomeni scandalosi come il caporalato vanno contrastati con fermezza. Il carattere della nostra società è a misura della dignità della persona che lavora, anche per rispettare l’articolo 36 della nostra Costituzione, che ricorda come ogni lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.