SAN PIETROBURGO - Parlando a San Pietroburgo, Putin ha affermato che qualsiasi incontro dovrebbe avvenire solo quando i colloqui avranno raggiunto uno stadio avanzato: “Sono pronto a incontrare chiunque, anche Zelensky. Se lo Stato ucraino si fida di lui per negoziare, per noi non è un problema. Ma ciò avverrà solo alla fine, quando si tratterà di concludere, non di dividere tutto all’infinito”.
Putin ha poi sottolineato i dubbi sulla legittimità di Zelenskyy, sostenendo che il suo mandato di cinque anni sia scaduto sotto la legge marziale, non avendo proceduto ad indire nuove elezioni, una tesi che Kiev respinge. I dubbi sono funzionali alla legalità di un possibile accordo che dovrà essere sottoscritto da parti pienamente legittimate per avere validità.
I colloqui di pace sono in stallo da settimane, Mosca avanza richieste precise. Kiev accusa la Russia di sabotare deliberatamente ogni tentativo di dialogo.
Durante la stessa conferenza stampa, Putin ha minimizzato la portata dell’aumento della spesa militare da parte dei Paesi del blocco NATO, affermando che non rappresenta una minaccia per la Russia: “Non consideriamo il riarmo della NATO una minaccia. Siamo autosufficienti per garantire la nostra sicurezza”.
Putin ha definito l’offensiva in Ucraina parte di un conflitto più ampio tra la Russia e la NATO guidata dagli Stati Uniti. Pur ammettendo che l’aumento delle capacità militari dell’Alleanza pone alcune “sfide specifiche”, ha assicurato: “Risponderemo a tutte le minacce. Non ci sono dubbi”.
Nel frattempo, Kiev continua a chiedere garanzie di sicurezza dalla NATO come condizione essenziale per qualsiasi accordo di pace.