I cimeli della ‘Rossa’ che punteggiano le pareti del loro ristorante, le uniformi vermiglie, centinaia di scatti che ripercorrono nostalgicamente il passato: lo storico Cafe Cavallino a Lygon Street a Carlton, sede del Ferrari Club di Melbourne, ha accolto ancora una volta l’energico team tecnico della Ferrari, in concitata preparazione al Gran Premio d’Australia di Formula Uno.

Circa trent’anni fa, l’allora proprietario dell’iconico ristorante italiano, Gino Francese – che ha di recente affidato l’attività ai figli Lisa Francese Martinez e James Francese per poter abbracciare il meritato pensionamento –, ha conosciuto un ingegnere e meccanico della Ferrari proprio tra i tavoli del suo locale.

La passione comune per lo sport si è poi trasformata in una straordinaria amicizia che da decenni attraversa le lunghe distanze e le differenze di orario.

“Da allora, l’intero team ha cominciato a regalargli oggettistica, poster e maglie, tanto da spingere mio padre a registrare il ristorante come la sede del Ferrari Club Melbourne”, ha raccontato Lisa Francese Martinez che oggi gestisce il locale non solo con il fratello James Francese, ma anche con i rispettivi partner Eduardo Martinez e Casey Findlay.

Ogni anno, è ormai tradizione per il gruppo Ferrari recarsi al Cafe Cavallino per pranzi e cene durante l’intera settimana precedente alla gara; segno di un’amicizia vera che non è andata a sfumarsi con lo scorrere del tempo e con i cambiamenti che hanno certamente influenzato anche il settore dell’automobilismo sportivo. 

Gli attuali proprietari e gestori di Cafe Cavallino, da sinistra: Eduardo Martinez, Lisa Francese Martinez con il figlio Jonathon, Casey Findlay e James Francese

Anche il meccanico esperto, Claudio Bersini, che ha davvero toccato con mano la storia della ‘rossa’, ha raggiunto il ristorante a Carlton per riabbracciare i compagni di sempre e per rivivere l’emozione del Gran Premio d’Australia.

“Ho conosciuto Gino Francese moltissimi anni fa; siamo ormai amici da trent’anni – racconta il professionista –. La sua famiglia mi ha accolto a Melbourne quasi come un figlio e Cafe Cavallino è ormai casa mia in Australia. È la passione ad averci fatto conoscere e ad aver dato vita a questo straordinario legame”.

Bersini è arrivato in Australia per la prima volta nel 1989 quando il Gran Premio d’Australia si teneva ancora ad Adelaide. Una volta raggiunta Melbourne nel 1996, per la prima gara in Victoria, è rimasto immediatamente affascinato dalla “semplicità della vita, oltre che dalla gentilezza e dalla cordialità di una città così grande eppure tanto precisa”. “Se potessi, mi trasferirei subito”, continua ridendo.

La sua storia ha infatti inizio nella provincia di Brescia, a Chiari, meglio nota come la “città delle quadre medioevali”, dove ha davvero appreso il mestiere del meccanico in un tempo in cui “si riparava qualsiasi cosa”, invece di sotituirla.

Gino Francese (sinistra) e lo storico meccanico della Ferrari, Claudio Bersini, in una foto recente

E fin da piccolo, si è fatto trascinare dalla passione di suo padre, per le auto da corsa e per la Ferrari, che lo portava di nascosto nelle reti tagliate da altri tifosi per vedere la ‘Variante Ascari’ – dal 1955 dedicata ad Alberto Ascari, celebre pilota che con una Ferrari Sport perse la vita a causa di un’uscita di strada proprio in quel punto.

“Quando ho visto come lavoravano i meccanici, ho detto a mio padre: ‘Un giorno voglio fare questo’ – racconta –. Lui mi ha risposto: ‘Ma non li vedi? Mangiano sulle ruote, hanno la barba lunga, sono tutti sporchi, viaggiano per il mondo senza famiglia e senza nulla: vuoi davvero fare questo?’. Ma ero già deciso e mi son detto che un giorno ce l’avrei fatta”.

Dopo una breve esperienza nel ‘Reparto Corse Alfa Romeo’, Bersini ha raggiunto l’ambita Scuderia Ferrari prima da motorista e poi da telaista.

“Mi sono avvicinato al sogno Ferrari in punta di piedi – continua –. Forse per il timore di dovermi approcciare a un team così importante, ho fatto prima esperienza in un’altra squadra perché non pensavo di essere all’altezza. Il 2 gennaio 1996 ho finalmente iniziato il mio percorso e, fortunatamente, le mie capacità mi hanno portato a entrare in gara nel team di Michael Schumacher fino al suo ritiro”.

E proprio del grande pilota, tra i migliori di tutti i tempi in Formula Uno, Bersini non può che conservare un dolce ricordo, “non solo uno straordinario sportivo ma un uomo dal carisma immenso, capace di trascinare e coinvolgere chiunque”. Il meccanico, già al lavoro nel team Ferrari, ha infatti testimoniato la sua prima vittoria con la ‘rossa’, il 2 giugno del 1996, sul tracciato di Barcellona, al termine di una gara complicatissima per la pioggia battente.

Gino Francese (sinistra) e Claudio Bersini in una foto d’archivio del 2000

Però, dietro ogni vittoria e ogni prova sportiva, c’è la precisione e l’ambizione di un gruppo tecnico che punta sempre al miglior tempo e trascorre una vita intera scandita da secondi.

“Ma, alla fine, finisce per rientrare nello standard del lavoro e ti ci abitui – continua –. Siamo passati, però, dal lavorare tutta la notte ad avere giornate più brevi, dal lavorare in fretta al riparare l’auto fino a un limite massimo perché, al mattino successivo, nelle due ore prima delle prove, si deve fare tutto quello che avremmo fatto in quattro ore”.

“Quindi, oggi, la precisione, la velocità del meccanico da corsa intervengono, oltre all’esperienza che ti suggerisce sempre dove poter migliorare – aggiunge –. I giovani del team attuale sono concentrati, capaci, sono i ragazzi che ho cresciuto e che mi hanno seguito. Erano i miei collaboratori, ma pian piano ho ceduto il testimone, non senza averli criticati abbastanza perché la gavetta è importante”.

E mentre Melbourne si prepara a una delle più attese competizioni sportive dell’anno, con le automobili scarlatte che si accumulano, il boato dei motori, le gigantografie dei piloti e le migliaia di turisti che si riverseranno su Albert Park, il meccanico della Ferrari Claudio Bersini ci tiene a ribadire quanto sia necessario non perdere mai la passione: “Non è solo quella camicia con il cavallino a renderti parte del team: devi esserre il primo Ferrarista, perché altrimenti sarebbe impossibile riuscire a sopportare lo stress del lavoro”.

Anche la famiglia Francese è pronta ad accogliere tifosi e sostenitori della ‘rossa’ a Lygon Street: “Siamo cresciuti con il team della Ferrari a Carlton e, nel nostro ristorante, li ricordiamo da quando eravamo molto piccoli – ricorda Lisa Francese Martinez –. Il legame cresce ogni anno e non solo in caso di vittoria. L’energia della comunità è sempre incomparabile”.