MELBOURNE - In una decisione provvisoria che arriverà alla vigilia delle elezioni federali, l’Australian Energy Regulator dovrebbe oggi raccomandare un aumento del cosiddetto “default market offer” (DMO) in diversi Stati.

Il DMO funge da rete di sicurezza per i consumatori nel sud-est del Queensland, nel New South Wales, nell’Australian Capital Territory e nel South Australia.

Si tratta del prezzo massimo che i fornitori di energia possono applicare ai clienti che non hanno sottoscritto un’offerta di mercato competitiva.

Sebbene interessi direttamente solo circa un cliente su dieci, il DMO rappresenta anche il punto di riferimento per la determinazione di tutte le altre tariffe al dettaglio.

Secondo le tariffe attuali, il DMO varia da 1.800 dollari nel New South Wales a oltre 2.200 dollari nel South Australia per una famiglia tipo.

Nel Victoria, la Essential Services Commission stabilisce un parametro simile, con una nuova proposta di offerta predefinita attesa per oggi. Si prevede che l’aumento sarà inferiore all’1% annuo.

Diversi meccanismi sono in vigore nel Western Australia, nel Northern Territory e in Tasmania.

L’incremento atteso del DMO a partire da luglio segna la ripresa dell’impennata dei prezzi dell’energia in Australia, dopo la breve tregua dello scorso anno.

Nel 2023, i prezzi sono aumentati solo moderatamente e in alcune aree sono persino diminuiti, ma ciò è avvenuto dopo rincari fino al 40% nei due anni precedenti, conseguenza della crisi energetica del 2022.

A determinare il nuovo aumento sono i crescenti costi nelle due principali componenti della filiera dell’energia elettrica: il mercato della generazione all’ingrosso e la rete di trasmissione e distribuzione.