CANBERRA - Il dato più rilevante è, però, il rientro dell’inflazione di fondo (“trimmed mean”) all’interno dell’obiettivo della Reserve Bank of Australia (RBA) per la prima volta in oltre tre anni, essendo scesa dal 3,3% al 2,9%.

L’andamento è in linea con le previsioni degli economisti, che attendevano una discesa verso il 2,8%. Questo rientro nel range target della RBA (2-3%) rafforza le aspettative di un taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base in occasione della riunione del consiglio della Banca centrale, il 20 maggio.

L’inflazione trimestrale è salita dello 0,9%, trainata soprattutto dall’aumento del 16,3% dei prezzi dell’elettricità, dopo l’esaurimento di molte delle sovvenzioni governative. In Queensland, ad esempio, i rimborsi di 1.000 dollari sono arrivati al capolinea e la spesa per l’elettricità è quasi quadruplicata nel trimestre conclusosi a marzo.

Questo fenomeno dimostra una volta di più quanto i dati sull’inflazione siano distorti dagli interventi governativi per alleviare il costo della vita. Per questo motivo, la valutazione dell’inflazione di fondo resta la più affidabile e indicativa.

Il ministro del Tesoro Jim Chalmers ha dichiarato che il Partito laburista è “davvero soddisfatto” di vedere l’inflazione di fondo rientrare nell’intervallo preferito dalla RBA. “Questo significa che l’inflazione di fondo è ora al livello più basso degli ultimi tre anni - ha detto Chalmers ai giornalisti dopo la pubblicazione dei dati -. Si tratta di una chiara dimostrazione dei progressi che gli australiani hanno compiuto insieme nell’economia”.

Gli economisti osservano che se la tendenza dovesse continuare, esiste la possibilità che l’inflazione di fondo possa scendere al 2,7% entro metà anno, come previsto dalla Banca centrale.

Il tasso d’inflazione dei servizi è calata al 3,7% (dal 4,3%), il livello più basso dal giugno 2022, grazie alla diminuzione di affitti e assicurazioni. L’inflazione dei beni, invece, è salita dallo 0,8% all’1,3% a causa degli aumenti energetici.