ROMA - Nell'aula della Camera l'informativa del ministro della Difesa Crosetto sugli esiti del vertice Nato di Washington sull'Ucraina.
“La presenza dei 10mila militari di Unifil in quella zona (Libano, ndr) può essere l'elemento che non consente lo scontro diretto, può essere l'elemento di pacificazione, certo con le garanzie di sicurezza per il personale per il quale la mia preoccupazione è costante. Non c'è giorno in cui io non mi chieda ‘e se succede qualcosa?’ ai nostri 1.200 militari. Oggi ritengo che non siano più a rischio dei giorni scorsi, non sono un target diretto ma potrebbero essere coinvolti incidentalmente in scontri tra le parti ed io ho espresso preoccupazione ai miei omologhi israeliano e libanese”, ha dichiarato Crosetto in apertura del suo intervento.
Gli ultimi fatti avvenuti in Medio Oriente, dal missile sul campo di calcio nel Golan all'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh, ha osservato Crosetto, “hanno innalzato ulteriormente la tensione. Si prospetta una situazione potenzialmente pericolosa in Libano, dove Hezbollah, incurante della risoluzione Onu, ha creato avamposti e depositi di armi al Sud forte del fatto che Unifil non sarebbe intervenuta. Io ho avviato da tempo contatti con l'Onu per sollecitare misure atte a garantire la sicurezza del personale impegnato ed a consentire alla missione di funzionare”.
“Sono in costante contatto con i vertici dell'Aise e dello Stato Maggiore della Difesa per monitorare la situazione del nostro contingente. Abbiamo aggiornato i piani di evacuazione e confermo che continueremo ad operare, la nostra presenza può evitare un'ulteriore escalation. L'Onu deve ribadire che quei soldati non sono alleati di una delle due parti, sono lì a garantire che il conflitto non deflagri in qualcosa di più ampio”, ha proseguito il ministro.
“A Washington l'Italia ha confermato il fermo sostegno all'Ucraina. Con il nono pacchetto di aiuti abbiamo puntato al rafforzamento della capacità di difesa aerea per la protezione di infrastrutture critiche civili. Abbiamo donato strumenti militari che hanno scopo di difesa, non di attacco e, di certo, non sul suolo russo”, ha sottolineato Crosetto.
Quando al contributo dell’Italia nell’alleanza, il ministro spiega che “tra i Paesi Nato in 23 rispettano il requisito del 2% delle spese per la Difesa sul Pil. Alcuni di questi hanno detto che il 2% è l'obiettivo minimo ormai insufficiente ed hanno auspicato un parametro superiore. L'Italia è sestultima tra le azioni dell'Alleanza Atlantica on l'1,53%”, ha dichiarato.
“Noi abbiamo confermato l'impegno a raggiungere il 2% in maniera graduale e sostenibile, ma difficilmente ce la faremo per il 2028. Abbiamo rappresentato le difficoltà legate al debito pubblico ed ai vincoli del patto di stabilità. Comunque noi siamo un contributore operativo di primo piano della Nato, le nostre truppe sono in prima linea su molti fronti”, ha aggiunto Crosetto.