È una domanda che l’artista Irma Calabrese si sente rivolgere spesso quando qualcuno osserva le sue opere. E all’inaugurazione della sua mostra alla galleria Tiliqua Tiliqua al 257 di Enmore Road a Enmore, la settimana scorsa, la curiosità del pubblico non è stata da meno. Durante l’evento, l’artista ha realizzato un disegno dal vivo, catturando i movimenti di un ballerino in performance.

La mostra presenta una cinquantina di opere tra disegni, stampe, taccuini con bozzetti e quadri, tutti caratterizzati da un tratto a penna ininterrotto, che si interrompe solo alla firma dell’artista. Un’unica linea continua che segue il movimento dei corpi, nel tentativo di cogliere la leggerezza e l’impermanenza dei sentimenti umani. Un approccio che sfida le regole dell’anatomia, pur conoscendole a fondo, concedendosi la libertà di infrangerle per creare figure stilizzate e minimali. Dietro l’apparente semplicità del tratto si nascondono anni di ricerca e studio, uno stile essenziale e inconfondibile capace di raccontare la carne e i peccati dell’animo umano, la sensualità e il desiderio. Corpi nudi resi con un’estrema sintesi espressiva, senza bisogno di colori. O meglio, come afferma lei stessa: “Bianco, grigio e nero sono i miei colori!”
L’artista italo-lituana ha una formazione in design e scenografia, un background che ha influenzato profondamente la sua arte. “Ho iniziato a esplorare il disegno a linea continua e a giocare con la profondità, lasciando spazio all’interpretazione. L’arte, in fondo, è anche questo: un dialogo aperto tra chi crea e chi osserva”.

Il titolo della mostra, “Is That You?”, nasce da una riflessione che accompagna il suo lavoro da sempre: “Ogni volta che qualcuno guarda i miei disegni, mi fa la stessa domanda: ‘è un autoritratto?’ Anche quando disegno una coppia, la domanda rimane la stessa”, racconta Calabrese.

“Mi sono resa conto che c’è qualcosa di profondamente voyeuristico in questa ricerca d’identificazione. Le persone vogliono sapere se sono io, come se questo dettaglio potesse cambiare il significato dell’opera. In realtà, che sia o meno un mio autoritratto non modifica il disegno, ma cambia il modo in cui lo spettatore si relaziona a esso”.
Così è nato il titolo della mostra, “Is That You?”, un invito allo spettatore a interrogarsi, a cercare se stesso nell’opera. Forse la figura ritratta è qualcuno di familiare, forse un ricordo, un sogno, una mancanza.

Ma per Calabrese non è l’aspetto fisico a contare, quanto l’emozione catturata: “Sono i sentimenti a prendere forma sulla carta, non i volti”.

Cresciuta circondata dalla natura, l’artista racconta di essere stata influenzata dalla passione della madre per la fotografia in bianco e nero: “Ricordo che ogni volta che usciva con gli amici, portava con sé la macchina fotografica e sviluppava le foto in casa. Il bianco e nero è sempre stato presente nel mio modo di vedere il mondo e, quando ho iniziato a disegnare, ne sono stata inevitabilmente influenzata”.

La connessione tra le persone è un tema ricorrente nella sua ricerca. “Mi chiedo spesso cosa succede tra due individui. Anche nelle esperienze più intime, persino negli atti sessuali, c’è un legame, un filo invisibile che si crea tra due persone. È un momento privato, non qualcosa da esibire, ma da vivere e custodire. È come un tatuaggio: un segno permanente che rimane sulla pelle, un ricordo personale e intimo”.

E proprio come un tatuaggio, la sua arte lascia il segno. “Se disegno qualcosa su di te, diventa parte di te? Is That You? Sei davvero tu?”: è una domanda che la affascina e la spaventa allo stesso tempo.

“Alla fine, qualunque cosa tu disegni è un riflesso di te stesso. Sfogliando i miei sketchbook, mi rendo conto che ogni tratto porta con sé un frammento di chi sono”.

Nel corso della mostra, il 14 febbraio ha dedicato il suo tempo a disegnare coppie, catturandone la connessione attraverso il tratto essenziale del disegno.

Il 15 febbraio ha guidato una Guided Life Drawing Session, un’esperienza in cui i partecipanti hanno potuto esplorare il disegno dal vivo con il suo approccio unico. Giovedì 20 febbraio si terrà la sua Masterclass in Line Drawing, un’opportunità per approfondire la tecnica del disegno a linea continua e sperimentare con il segno e il movimento.

La mostra sarà visitabile fino al 23 febbraio, ultimo giorno per immergersi nelle sue opere e riflettere sulla connessione tra segno e identità, soddisfare un impulso voyeuristico o, semplicemente, incontrare Calabrese e chiederle: “Is That You?”
Ma la verità è che la sensibilità di Irma Calabrese rende impossibile non trovare nei suoi disegni una traccia di se stessi.