Ha cominciato qualche anno fa a chiedersi cosa voglia dire essere figlia di migranti in Australia, Josephine Tartaglione, sommersa continuamente da interrogativi sui suoi predecessori e su “tutto ciò che sono stati costretti a sacrificare e sopportare durante il loro tempo su questa terra”.

Nata a Melbourne da italiani originari della provincia di Foggia – Michele Tartaglione di San Severo e Pasqualina Zeoli di Castelnuovo della Daunia, convolati a nozze per procura –, Tartaglione era già riuscita a tornare indietro nel tempo fino alla fine del 1700 nell’albero genealogico della sua famiglia, ma oggi vanta addirittura un percorso a ritroso che l’ha guidata fino al lontano 1600 nel ramo paterno.

Spinta dalla necessità profondissima di ritrovare in qualche modo anche i suoi genitori che ha perso da giovanissima – suo padre è scomparso all’età di cinquantasei anni, nel 1981, lei era ancora una 17enne, e sua madre soltanto quindici anni più tardi, nel 1997 –, Tartaglione ha quindi deciso di ritornare anche nel Belpaese negli ultimi anni per una ricerca diretta e più rapida.

Partendo da alcune informazioni sui nonni e sulle loro città d’origine, ha prima di tutto utilizzato due portali web specifici: FamilySearch, organizzazione senza scopo di lucro con migliaia di volontari in tutto il mondo, gestita dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, e il sito italiano Antenati, recandosi poi anche a Wantirna per accedere al Family History Centre.

Durante l’impegnativo percorso di ricerca, è straordinariamente entrata in contatto anche con un lontano parente residente a Bologna, Pasquale Antonino – i due infatti condividono lo stesso trisnonno, Leonardo Tartaglione – che ha rappresentato un aiuto essenziale per la raccolta di informazioni a distanza.

Lo scorso settembre, approfittando di un viaggio in Italia per il matrimonio di un cugino, Tartaglione ha deciso di dare nuovo slancio alla sua ricerca, soprattutto in relazione al ramo materno. Grazie all’intercessione di un genealogista di Benevento, e alla disponibilità del parroco locale don Domenico, è riuscita ad accedere gli archivi della chiesa di Santa Croce del Sannio.

“È stato fantastico perché sono riuscita a trovare svariati documenti relativi alla famiglia di mia madre – ha commentato –. Sono riuscita almeno a percorrere circa cento anni e ora sono all’inizio del 1800”.

Nonostante alcune difficoltà legate a nomi che si sono trasformati nel tempo, alla lingua italiana che si è senza dubbio evoluta nel corso del tempo, alle traduzioni dal latino e addirittura alla quasi indecifrabile calligrafia di alcuni preti, Josephine Tartaglione non ha mai arrestato la sua ricerca e oggi è riuscita a risalire alla storia di un suo antenato paterno, Nicola Niro, rivoluzionario coinvolto nei moti liberali di San Severo del 1799, che trovò scampo nella fuga.

Sogna adesso di poter un giorno vivere in Italia per qualche anno e scrivere un piccolo libro da regalare ai suoi parenti e alle sue due figlie per non dimenticare mai il passato.

“Le poche volte in cui ho visitato il Belpaese, ho ritrovato un senso di appartenenza verso i miei parenti lontani e ho sentito di aver perso tanto. Sono sempre stata ‘la nipote o la cugina australiana’ e, con il trascorrere del tempo, ho capito di voler davvero scoprire la mia eredità, che mi ha senza alcun dubbio influenzata”.

Chiunque fosse interessato a ricostruire il proprio albero genealogico, Josephine Tartaglione è disponibile per consigli e suggerimenti attraverso l’email.