KIEV - L’Ucraina continua a muovere i suoi pezzi sullo scacchiere della diplomazia, puntando ancora una volta sull’ingresso nella Nato al fine di raggiungere un cessate il fuoco entro il 2025.
Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha esortato i suoi omologhi dell’Alleanza ad estendere un invito a Kiev in occasione di un incontro a Bruxelles in programma questa settimana. Una richiesta che rievoca le ultime affermazioni del presidente Volodymyr Zelensky “per porre fine alla fase calda della guerra”: i territori ancora ucraini subito sotto l’ombrello Nato e lavorare sulle regioni occupate in un secondo momento.
“L’invito non dovrebbe essere visto come un’escalation - ha scritto Sybiha -. Al contrario, mostrando chiaramente che l’adesione dell’Ucraina alla Nato è inevitabile, la Russia perderà uno dei suoi principali argomenti per continuare questa guerra ingiustificata”.
Un percorso che però si scontra con la posizione del Cremlino per il quale resta irricevibile la proposta dell’Ucraina. I diplomatici dell’Alleanza hanno affermato che al momento non c’è consenso tra i 32 Paesi membri per invitare Kiev in questa fase.
Intanto, sul terreno torna lo spettro del disastro nucleare: la centrale di Zaporizhzhia è finita sull’orlo del blackout per la terza volta questo mese. “L’impianto ha perso corrente su una delle due linee di trasmissione elettriche esterne. Se viene scollegata dall’alimentazione, si verificherà un altro blackout totale, il che sarà una minaccia per la sicurezza dalle radiazioni”, è l’allarme lanciato dalle autorità ucraine che puntano il dito contro l’aumento dei raid russi su tutto il Paese.
La rinnovata offensiva aerea è infatti parte di una sterzata verso l’escalation voluta da Mosca e avviata con l’ingresso nel conflitto delle truppe nordcoreane al fianco dei soldati di Vladimir Putin.
Un sostegno ribadito negli ultimi giorni dal leader Kim Jong-un che ha accolto a Pyongyang il ministro della Difesa russo Andrei Belousov: “Il governo, l’esercito e il popolo della Corea del Nord sosterranno senza alcuna esitazione la politica della Federazione Russa per difendere la sua sovranità”, si legge in un comunicato ufficiale.