BOLOGNA - Migliaia di persone, nonostante il caldo da bollino rosso, sono scese in piazza Medaglie d'oro, a Bologna, per commemorare i 44 anni dall'attentato del 2 agosto 1980 in stazione. 

Applausi hanno scandito il corteo durante il percorso dal Comune e anche persone si sono affacciate dalle finestre delle case per salutare e applaudire i parenti delle vittime, le decine di sindaci in fascia tricolore, i rappresentanti di forze dell'ordine e di soccorso dietro l'autobus numero 37 e la gru dei vigili fuoco, due mezzi simbolo dei soccorsi.  

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda: “I morti, le immagini della Stazione di Bologna devastata, l'attacco feroce alla convivenza degli italiani, hanno impresso un segno indelebile, il 2 agosto 1980, nella identità della Repubblica e nella coscienza del popolo italiano. La memoria non è soltanto un dovere ma è l'espressione consapevole di quella cittadinanza espressa nei valori costituzionali che la violenza terroristica voleva colpire e abbattere”.  

“A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana. Una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni unitamente ai valori della risposta democratica della nostra Patria, che hanno consentito il riscatto e, nell'unità della nostra comunità, la salvaguardia del bene comune”, aggiunge il presidente della Repubblica, che conclude: “Con profondi sentimenti di solidarietà, quarantaquattro anni dopo l'attentato, ci uniamo ai familiari delle vittime e alla Città di Bologna, teatro di una spietata strategia eversiva neofascista nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani. A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana”.  

Ma l’anniversario desta qualche polemica, a partire dalle dichiarazioni di Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione 2 agosto 1980, che in piazza ha dichiarato che “le radici di quell’attentato, come stanno confermando anche le ultime due sentenze d’appello nei processi verso Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, affondano nella storia del postfascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni cinquanta: Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo”. 

Risponde Giorgia Meloni in persona, che scrive in un messaggio: “Sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo. Sostenere che le ‘radici di quell'attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo’, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l'incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione”, si legge.  

Anche la presidente della commissione antimafia, Chiara Colosimo, la cui nomina è stata criticata dall'associazione di vittime della strage, scrive: “La strage alla stazione di Bologna ha segnato in modo indelebile la storia della nostra Nazione. Un atto terroristico devastante perpetrato, così come stabilito dai nostri tribunali, da organizzazioni neofasciste. Il 2 agosto del 1980 persero la vita 85 vittime innocenti e mi unisco al dolore dei familiari che in tutti questi anni non si sono mai arresi. Credo che mettere a disposizione gli atti declassificati, così come sta facendo il governo, sia il modo migliore per perseguire verità e giustizia. Non ho alcuna intenzione di rispondere agli attacchi personali di queste ore, perché non intendo alimentare alcuna polemica. La risposta è anagrafica: Sono nata nel 1986”, dichiara.