Quella dell’Assisi Aged Care è una realtà unica a Melbourne che sorprende per diverse ragioni. Immerso in un ampio spazio a Rosanna, a pochi chilometri dal centro città, sorge imponente l’edificio dell’ex convento, costruito a inizio del 1920 per le suore della Misericordia, che l’hanno occupato per molti anni, fino alla decisione di metterlo in vendita. All’epoca, la scelta era tra due acquirenti: i primi intendevano creare un centro di addestramento sportivo e i secondi, un gruppo di italiani piuttosto noti in città, che attraverso un’associazione senza scopo di lucro voleva fondare una casa di cura per gli anziani della loro comunità. Nonostante l’offerta fosse più bassa, le suore decisero di vendere a questi ultimi, così, nel 1992, nasce l’Assisi Aged Care. I primi 90 posti letto sono disponibili già l’anno successivo, arrivando a 120 nel 1997 e a 150 nel 2014, dopo un investimento di 21 milioni di dollari.
Con un consiglio di amministrazione in maggioranza italiano, l’Assisi Aged Care è diretto dall’amministratore delegato Peter Birkett, che ha maturato un’esperienza pluridecennale in questo settore, abbracciando la visione dell’associazione con l’obiettivo di farla crescere aprendosi a nuove possibilità e a un nuovo modo di accogliere gli anziani. Sono infatti ambiziosi i progetti per il futuro del centro che vorrebbe poter sfruttare gli 11 acri di terreno su cui sorge, per espandere la propria struttura e i servizi offerti, costruendo un villaggio residenziale di 130 unità abitative indipendenti.
Ma, mentre si pianifica il futuro, all’Assisi Aged Care si rimane fermamente ancorati a quei principi da cui tutto è partito, ovvero offrire ai propri residenti un ambiente accogliente e stimolante, che minimizzi le difficoltà in quella complicata transizione dalla propria casa a una residenza per anziani, dove ci si trova a vivere improvvisamente in una comunità più ampia e lontani dalle proprie abitudini. Uno dei fiori all’occhiello del centro Assisi è la cucina, perché ritrovare i sapori di sempre, soprattutto quando si è italiani, non è cosa da poco. “In una normale struttura per anziani, di solito c’è uno chef per ogni turno, con una serie di aiuti cuoco, ma sempre con un unico chef principale - ha chiarito Peter Birkett -. Qui, invece, abbiamo cinque chef, che significa che abbiamo una capacità maggiore. A tavola ci sono sempre discussioni interessanti sul cibo: se ci sono 140 residenti, ci saranno 140 modi diversi di cucinare un determinato piatto, moltiplicati per le preferenze individuali”, ha aggiunto divertito. Il cibo è sicuramente una parte fondamentale della vita degli ospiti del centro Assisi e per questo viene allocata una fetta importante del budget: “Sappiamo di essere nel top 95% a livello nazionale”, rispetto ai dati di spesa delle strutture per anziani in tutta l’Australia.
Sauro Antonelli, membro del board coinvolto fin dalla nascita del progetto negli anni ’90, ha sottolineato quanta passione e dedizione abbiano caratterizzato il lavoro portato avanti nel corso di tre decenni, sempre con l’intento di offrire un ambiente sereno e accogliente per tutti gli italiani di Melbourne. Anche per questo si cerca di impiegare personale madrelingua, “non è facile al giorno d’oggi - ha sottolineato Antonelli -, ma parte del personale parla italiano”, come Romana, che si occupa della cura personale dei residenti e Tony, che si dedica alla parte di intrattenimento. “Giochiamo a tombola, a carte, li portiamo a fare delle gite, organizziamo la festa di Carnevale e ogni martedì pomeriggio c’è il karaoke, uno dei loro momenti preferiti”. Ciascun dettaglio è ragionato e curato, le pareti della struttura, ad esempio, sono decorate con diverse opere pittoriche che offrono non solo un punto di riferimento per identificare il corridoio in cui ci si trova, ma anche un’occasione, attraverso l’arte, di stimolare i sensi e la creatività.
Don Smarrelli, presidente del Consiglio di amministrazione dell’Assisi Aged Care ha illustrato con entusiasmo i progressi della fase di progettazione e pianificazione dello sviluppo del villaggio residenziale, il cui numero di unità abitative varierà in base ai limiti imposti dai due edifici di valore storico - un’antica casa di legno e l’ex convento - presenti nell’area di pertinenza.
“L’obiettivo - ha assicurato Smarrelli – è quello di creare delle unità abitative indipendenti: il progetto è notevole per concezione e proposta, e porterà il nostro centro a un livello completamente nuovo”. L’idea non è recente, come ha sottolineato: “Eravamo quasi pronti per depositare la domanda per il permesso edilizio alla città di Banyule, quando è arrivato il Covid che ha bloccato tutto. Adesso che abbiamo ripreso con slancio, restano alcuni dettagli da chiarire con architetti, progettisti e costruttori”. Un altro nodo da sciogliere è come affrontare un investimento tanto imponente, anche se ci sono diverse ipotesi sul tavolo, tra cui l’idea di una joint venture, ma, ha chiarito Don Smarrelli, “l’idea appare realistica e, con il giusto partner, assolutamente perseguibile”. Non essendoci fondi pubblici a disposizione, l’unica via da seguire, secondo il Consiglio di amministrazione, è di trovare dei donatori privati che credano nel progetto.
Il concetto ruota attorno all’idea di accogliere le persone in un contesto dove, sebbene possano vivere in maniera autonoma in un appartamento dotato di tutti i comfort, abbiano anche la certezza di essere assistiti e, se necessario, avere accesso a pasti freschi preparati dagli chef della cucina e al centro di riabilitazione. Per socializzare, i residenti potranno frequentare lo spazio comunitario italiano che prevede spazi interni ed esterni, con un giardino e la caffetteria.
Con la volontà di aprirsi a una comunità più ampia e inclusiva per gli anni a venire, all’Assisi Aged Care per ora si respira quell’entusiasmo anticipatorio dei momenti importanti, capaci di imprimere un nuovo impulso e aprire un orizzonte più esteso a un gruppo tanto radicato nella propria comunità.