ROMA - Viene di fatto rinviata a gennaio la partita politica sull’elezione dei giudici che dovranno integrare il plenum della Corte Costituzionale. Oggi c’è stata l’ennesima fumata nera del Parlamento in seduta comune, la dodicesima per un giudice e la terza per tre giudici, e lo stesso presidente della Camera Lorenzo Fontana ha ammesso che i giochi si chiuderanno non prima di gennaio, complice anche il calendario d’aula che vede protagonista la manovra di bilancio. 

Dopo la terza votazione il quorum si abbassa dai due terzi ai tre quinti, e ci sono sulla carta le condizioni per chiudere un accordo su tutti e quattro i giudici costituzionali. 

Fontana ha richiamato le forze politiche a cercare un accordo, dichiarando di aver fatto quanto in suo potere: “Mi auguro venga trovato nel più breve tempo possibile un accordo, mi auguro che a gennaio dell’anno prossimo si concluda. Non possiamo permetterci una Corte così risicata nei numeri”.  

Il presidente della Consulta, Augusto Barbera, in occasione dell’udienza pubblica odierna in cui era previsto il saluto del collegio ai tre giudici, ha nuovamente sollecitato i partiti: “Per il buon funzionamento della Corte è fortemente auspicabile che il prima possibile si arrivi a una ricomposizione del Collegio a quindici componenti”.  

Barbera ha osservato anche come nelle decisioni della Corte sia “essenziale il metodo collegialità”, e ha auspicato che il Parlamento, “nella scelta dei nuovi giudici, non enfatizzi più di quanto sia necessario le diverse sensibilità politiche e culturali dei candidati”.