TEL AVIV - L’avanzata israeliana in Siria si concretizza nel mezzo della caduta del regime di Bashar al-Assad, cacciato dal potere da gruppi ribelli misti a organizzazioni terroristiche.

Israele ha preso il controllo del Monte Hermon sul lato siriano del confine e di altre posizioni strategiche per stabilizzare la zona. L’operazione è stata confermata da due funzionari israeliani che hanno parlato in forma di anonimato.

Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, il generale Herzi Halevi, ha confermato che truppe israeliane sono state dispiegate oltre la zona cuscinetto sulle Alture del Golan. Questa è una radicale deviazione dalla politica israeliana di non entrare apertamente in Siria dopo l’accordo di cessate il fuoco del 1974.

Durante il weekend, l’aviazione israeliana ha colpito obiettivi militari siriani per prevenire che finissero nelle mani dei ribelli. Altri bersagli includevano missili Scud e batterie di difesa anti-aerea russe, quest’ultime rimosse preventivamente da militari russi.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato domenica che le truppe israeliane hanno occupato posizioni abbandonate dai soldati siriani per impedire a forze ostili di stabilirsi vicino al confine israeliano. Netanyahu  ha descritto l’operazione come una misura temporanea fino al momento in cui sarà trovato un accordo adeguato.

La presenza di veicoli israeliani è stata confermata nella regione di Quneitra. Il portavoce militare israeliano Avichay Adraee ha imposto un coprifuoco in cinque villaggi siriani.

Nonostante Netanyahu abbia insistito sul carattere temporaneo dell’operazione, l’azione potrebbe sollevare preoccupazioni su possibili ambizioni territoriali di Israele, sfruttando l’instabilità esistente in Siria. Analisti temono inoltre che la caduta del regime di Assad possa rafforzare gruppi militanti ostili a Israele.