BOLOGNA 1
INTER 0
BOLOGNA (4-2-3-1): Ravaglia 6; Holm 6, Beukema 6,5, Lucumi 7, Miranda 6,5; Aebischer 6 (43’ st Moro 6), Freuler 6,5; Ndoye 6 (31’ st Cambiaghi 6,5), Odgaard 5,5 (43’ st Fabbian sv), Dominguez 6 (24’ st Orsolini 7); Dallinga 5,5 (31’ st Castro 6). A disp.: Bagnolini, Erlic, Lykogiannis, De Silvestri, Casale, Pobega, El Azzouzi, Pedrola. All.: Italiano 6,5.
INTER (3-5-2): Sommer 6; Pavard 6,5, Acerbi 6, Bastoni 6 (19’ st Dimarco 5,5); Darmian 6 (43’ st Bisseck sv), Barella 5,5, Calhanoglu 6, Mkhitaryan 5,5 (19’ st Frattesi 5), Carlos Augusto 5,5; Correa 5 (24’ st Taremi 5), Lautaro 5,5 (43’ st Arnautovic sv). A disp.: J. Martinez, Di Gennaro, De Vrij, Zalewski, Asllani, Berenbruch, Cocchi. All.: S. Inzaghi 5,5.
ARBITRO: Colombo
MARCATORE: 49’ st Orsolini
AMMONITI: Ndoye, Orsolini (B); Mkhitaryan, Bastoni, Correa (I)
ESPULSI: all. Italiano (B), vice all. Farris (I)
BOLOGNA - La “fatal Bologna” rischia di diventare un incubo per Simone Inzaghi e i tifosi interisti. Come nel 2022, quando fu una incredibile papera di Radu a scrivere una sconfitta sul cammino tricolore dell’Inter, è stata una rimessa laterale a stravolgere i piani dei nerazzurri, in questa occasione battuti in pieno recupero da una rovesciata imparabile di Orsolini.
Una sconfitta che non solo ha rilanciato le ambizioni da Champions League del Bologna, quarto in classifica in attesa della risposta della Juventus, ma soprattutto ha permesso al Napoli di agganciare l’Inter in testa alla classifica a cinque giornate dalla fine.
Non a caso la trasferta del Dall’Ara, ostica più che mai per il valore dimostrato ancora una volta dai rossoblù, era stata segnata come un crocevia fondamentale nella lotta scudetto.
L’Inter a Bologna si è presentata stanca, con tutta la fatica del ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco a presentare il conto e con una semifinale di Coppa Italia da affrontare nel derby all’orizzonte.
L’ennesimo impegno di un periodo folle di impegni da dentro o fuori, o quasi come quello del Dall’Ara, che ha consigliato ai ragazzi di Simone Inzaghi - o costretto, in base ai punti di vista - di non giocare con il consueto ritmo, né con la rabbia e l’agonismo cui hanno abituato.
Di contro il Bologna ha preso in mano il gioco dal primo minuto con personalità, pressando altissimo già dal primo tempo e mettendo in campo molta intensità andata scemando solo nella seconda parte della ripresa per ovvi motivi fisiologici.
Ne è uscita una partita intensa, giocata sul filo della tensione e dell’attenzione quasi maniacale ai dettagli, ma con poche occasioni da gol.
L’Inter ha sfiorato la porta di Ravaglia solamente con due calci d’angolo nel primo tempo battuti da Calhanoglu e conclusi da Carlos Augusto e Bastoni, mentre i rossoblù si sono creati l’opportunità da jackpot al 28’ quando Ndoye saltando nettamente Acerbi ha apparecchiato a Dallinga un pallone che l’olandese si è fatto deviare in corner da Pavard a Sommer battuto.
Nella ripresa la tattica ha avuto la meglio sulla tecnica e sulle intuizioni, trasformando la sfida in una serie di interruzioni per falli tattici o meno che ne hanno minato lo spettacolo e la velocità.
Per stappare il tutto è servito un episodio anche piuttosto casuale, ma non meno importante, e come nei drammi più riusciti è arrivato in pieno recupero con una rovesciata di Orsolini, lanciato nella mischia nel finale, con un pallone finito nel suo radar per la deviazione di Bisseck in area di rigore.
Gesto tecnico, gol, via la maglia e grande festa per Bologna, ma anche a centinaia di chilometri di distanza dove a cinque giornate dalla fine si è tornati a puntare lo scudetto scattando dalla stessa linea di partenza.