VALENCIA – Si è concluso ieri a Valencia il congresso di due giorni del Ppe, il Partito Popolare Europeo, che ha visto la conferma di Manfred Weber, rieletto alla presidenza del partito con 502 voti favorevoli e 61 contrari, ottenendo quindi l’89% dei consensi.

“Il Ppe è il cuore battente dell’Europa: siamo noi che abbiamo salvato l’Unione dai populisti”, ha dichiarato Weber subito primo della votazione.

E, a suo favore, ha parlato anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, intervenuta sul palco: “Abbiamo ottenuto una vittoria clamorosa alle elezioni europee. Siamo di gran lunga il gruppo più numeroso del Parlamento europeo. La leadership di Roberta (Metsola, ndr) le ha permesso di ottenere un meritato secondo mandato”.

E, rivolgendosi a Weber ha continuato: “Caro Manfred, hai reso forte il Ppe. E un Ppe forte significa un’Europa forte. Quindi hai il mio pieno sostegno per guidarci per un altro mandato come presidente del Ppe”. Ma il congresso dei Popolari europei, non ha significato solo l’elezione del leader che guiderà il partito per i prossimi tre anni, ma anche la definizione di un’agenda di priorità, identificate nella crescita industriale, nella riforma del Green Deal e delle istituzioni e nell’abolizione del diritto di veto.

Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che è anche vicepresidente del Ppe, ha concordato sulla necessità per l’Unione Europea di “voltare pagina’, a partire dalla lotta contro l’eccessiva burocratizzazione legislativa e, soprattutto, chiudendo quanto prima la stagione del Green Deal. 

Tajani ha inoltre ricordato che la funzione principali dei popolari è quella di garantire stabilità all’Europa: “Oggi più che mai c’è bisogno di un’Europa stabile che possa essere il principale alleato degli Stati Uniti e possa giocare un ruolo da protagonista in tutto il mondo, confrontandosi con l’India, la Cina, la Russia”. L’Europa disegnata dai popolari si è proposta come un’entità politica capace di voltare pagina sul fronte della difesa comune, della crescita e della lotta ai clandestini. L’asse formato da Ursula von der Leyen, l’acclamato cancelliere in pectore, Friedrich Merz, e il neoeletto presidente del partito, Manfred Weber, ha tenuto banco e dato la linea. 

“Abbiamo vinto le ultime europee grazie all’allargamento della famiglia del Ppe: non sono più conservatori o liberali ma stanno con noi. Il Ppe è il partito dell’Europa, dello Stato di diritto. Viktor Orbán se ne andrà in pensione e la nuova Ungheria sarà popolare”, ha aggiunto Weber tra gli applausi. Dalla pace in Ucraina alla tensione con Trump sui dazi, dalla lotta contro l’immigrazione clandestina alla partita sulla crescita, il Ppe ha serrato le file sulla responsabilità della leadership europea, consapevole che l’Unione, con i suoi valori e la sua storia, è destinata ad avere un ruolo centrale, in prima fila, nel mondo del futuro.

L’Europa a guida popolare ha lanciato poi un monito a Trump: “I mercati globali - ha detto von der Leyen - sono scossi dall’imprevedibile politica tariffaria dell’amministrazione americana. I loro dazi sul resto del mondo sono ai massimi da un secolo a questa parte. Le tariffe sono come le tasse. Fanno male sia ai consumatori che alle imprese. Non possiamo e non dobbiamo permettere che questo accada”.

L’intervento del prossimo cancelliere tedesco, Merz, è stato quello più applaudito nella sede della Fiera di Valencia: “Se altri Paesi mettono in discussione la legittimità della difesa dei confini e della sovranità - ha ammonito Merz - noi lotteremo ancora più forte a favore di questi valori”. E, per quanto riguarda la difesa, ha ricordato che gli Stati membri dovranno “lavorare insieme come mai prima, con una sola voce, soprattutto sulla difesa”: “Dobbiamo essere pragmatici nel nuovo progetto. Tutto deve avvenire nella cornice Nato, ma dobbiamo essere capaci di difenderci meglio che nel passato”, ha concluso tra gli applausi. 

Sulla difesa è tornata anche la presidente della Commissione europea, sottolineando come “i cittadini dell’Unione sono in grandissima parte favorevoli” alla spinta verso il riarmo dell’Europa, evidenziando come “l’estrema sinistra e l’estrema destra non sono a favore della pace. Sono solo a favore di Putin”.

Von der Leyen ha poi continuato dichiarando che “l’Europa è la nostra casa”. “E la nostra prima missione è proteggere il luogo che tutti chiamiamo casa”, ricordando ai presenti che “la minaccia rappresentata dalla Russia non scomparirà”.

“E sappiamo che l’attenzione americana si sposterà sempre più verso altre regioni. Quindi, non c’è dubbio: la pace in Europa richiede che ci assumiamo una responsabilità molto maggiore per la nostra difesa”.