BUENOS AIRES - “Voi avete sempre fatto la vostra parte, la politica forse non l’ha fatta sempre. Sono qui per colmare quell’assenza, per riannodare e rafforzare i fili di questo rapporto”. Sono le parole con cui la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, si è rivolta al pubblico presenta al Teatro Coliseo, prima che iniziasse il gala Luce, Camera, Danza!, organizzato dal Consolato d'Italia.

Meloni si è rivolta alla grande comunità di italiani in Argentina, sottolineando il loro ruolo cruciale nelle relazioni bilaterali con l’Italia.  

È stato un intervento conciso, pronunciato di fronte al numeroso pubblico che ha partecipato all'evento, invitato dal Consolato. I biglietti, gratuiti, potevano essere ritirati alla cassa del teatro qualche giorno prima.

Sebbene il presidente Javier Milei fosse stato invitato, non era presente al Teatro Coliseo. Tuttavia aveva incontrato Meloni la sera prima, in una cena nella residenza presidenziale di Olivos, e in mattinata, nel suo ufficio alla Casa Rosada, sede del potere esecutivo. Alla fine dell’incontro hanno rilasciato una dichiarazione congiunta alla stampa. 

"Non so se vi è mai capitato di non sentirvi abbastanza supportati o considerati dall'Italia: se fosse mai accaduto, voglio dirvi che non accadrà di nuovo – ha dichiarato la premier –. Gli italiani e i figli di italiani sparsi nel mondo sono la più straordinaria rete diplomatica che abbiamo mai avuto e dobbiamo saper fare per loro quello che loro hanno saputo fare per noi. Questa è una promessa che vi faccio”. 

Meloni – che ha detto di provare una “grande emozione” per essere di fronte a italiani e discendenti, sul palco del Teatro Coliseo, simbolo della comunità italo-argentina – ha pronunciato il discorso nella sua lingua, sottolineando che erano sei anni che un primo ministro italiano non visitava il Paese. L’ultimo che era stato a Buenos Aires, Giuseppe Conte, venne nel novembre del 2018, in occasione del G20, ricevuto dall’allora presidente Mauricio Macri. 

La premier ha anche evidenziato che si è trattata della sua prima visita ufficiale in un paese dell’America Latina, e che la scelta non è stata casuale: l’Italia è interessata a investire in Argentina. Nonostante ciò, Meloni non ha trattato in dettaglio l’argomento, si è limitata a farne cenno nella dichiarazione congiunta rilasciata con il presidente Javier Milei alla Casa Rosada. Questa visita, in ogni caso, è stata un modo per prendere posizione e dare un segnale di convergenza. 

Meloni ha sottolineato che per i milioni di argentini di ascendenza italiana - si stima che siano più di 20 milioni - il legame con la patria fa è una componente identitaria. “L’identità alla fine non è mai un limite, non è mai un fardello, è sempre un valore aggiunto – ha affermato –. Quel legame non vi ha reso più deboli, ma vi ha reso più forti; non vi ha isolato, ma vi ha dato gli strumenti per integrarvi meglio. È stata quella identità, quella consapevolezza, a consentirvi di contribuire alla crescita di questa comunità”. 

E ha concluso con una promessa. “L’Italia ci sarà, perché è importante per voi e perché è importante per lei” ha assicurato. 

Pochi minuti prima della presentazione, Meloni aveva ricevuto le chiavi della città di Buenos Aires dalle mani del suo governatore, Jorge Macri, in una cerimonia all’Istituto Italiano di Cultura, adiacente al Teatro Coliseo. 

Tra il pubblico, oltre ai diplomatici italiani - tra cui l’Ambasciatore Fabrizio Lucentini, il Viceambasciatore Dario Savoriti, il Console Generale di Buenos Aires Carmelo Barbera e il console Lorenzo Conti - c'era anche l’Ambasciatore dell’Unione Europea a Buenos Aires, Amador Sánchez Rico. In rappresentanza del governo argentino erano presenti Mariano Cúneo Libarona, ministro della Giustizia, Sebastián Amerio, segretario della Giustizia, Pablo Quirno, segretario delle Finanze, e i parlamentari Fernando Iglesias (PRO) e Nicolás Mayoraz (La Libertad Avanza). 

 

Traduzione di Larissa Ronzoni.