SYDNEY – Per la prima volta dal 1998, migliaia di medici degli ospedali pubblici del New South Wales sono entrati in sciopero, chiedendo condizioni di lavoro più sicure e aumenti salariali significativi. L’azione, che durerà tre giorni, ha avuto inizio martedì e coinvolge oltre 30 ospedali dello Stato.
Il sindacato dei medici pubblici Australian Salaried Medical Officers Federation (ASMOF) ha spiegato che la protesta si è resa necessaria per fronteggiare una carenza critica di personale nei nosocomi pubblici. “I medici sono esausti, stanno lasciando il sistema e non vengono rimpiazzati”, ha detto il segretario del sindacato, Nicholas Spooner.
I medici chiedono un aumento salariale una tantum del 30% e migliori condizioni lavorative, inclusa una pausa garantita di almeno 10 ore tra i turni. Il governo statale, finora, ha proposto un aumento del 10%.
All’esterno del Westmead Hospital, nella zona ovest di Sydney, centinaia di medici in camice bianco hanno scandito slogan a favore della sicurezza dei pazienti e contro il sovraccarico di lavoro. “I medici a questo raduno hanno già firmato contratti in altri Stati – ha affermato il giovane sanitario Henry Crayton –. Mentirei se dicessi che non sto attivamente cercando anche io: se il governo statale non mi valorizza e non mi aiuta a diventare il miglior medico possibile, perché dovrei restare?”
Crayton ha raccontato di aver lavorato 135 ore in due settimane, con un solo giorno di riposo, coprendo fino a 150 pazienti per turno. “Si tratta di turni assolutamente normali per me, e ne ho abbastanza”, ha concluso.
Il ministro della Sanità del NSW, Ryan Park, ha avvertito che lo sciopero potrebbe avere conseguenze gravi per i pazienti. “Non si possono semplicemente avere migliaia di medici che minacciano di lasciare il posto di lavoro senza che ciò abbia un impatto sull’assistenza”, ha dichiarato. Ha poi chiesto al sindacato di negoziare “senza la minaccia di un’azione industriale sulla testa della comunità”.
Park ha però aggiunto: “Sappiamo che dobbiamo intervenire sui salari; non lo stiamo nascondendo. Abbiamo chiesto al sindacato di darci più tempo per cercare di colmare questo divario, ma semplicemente non possiamo farlo in un solo anno; non è fattibile”.
L’azione sindacale ha costretto alla cancellazione di centinaia di interventi chirurgici non urgenti e di appuntamenti specialistici. Nei prossimi giorni, i dipartimenti di pronto soccorso e le unità di terapia intensiva opereranno con personale ridotto, come per i giorni festivi. Tuttavia, il sindacato ha assicurato che l’assistenza d’urgenza sarà garantita. “I nostri iscritti garantiranno un livello di sicurezza adeguato nei reparti”, ha confermato il direttore esecutivo di ASMOF, Andrew Holland.