Affacciata sulle bellissime acque del Lago di Garda, incorniciata dal verde curato di un giardino privato e arricchita da una piscina, una vasca idromassaggio all’aperto e una terrazza attrezzata, la villa gestita da Tim Epstain accoglie i suoi ospiti in uno spazio di oltre 300 metri quadrati pensato per un soggiorno all’insegna del comfort e della privacy.

Situata nel centro di Toscolano Maderno, a pochi passi dal lago e dai servizi del paese, la struttura può ospitare fino a otto persone e offre ambienti completamente climatizzati, spazi per il relax e il divertimento come una sala giochi con bar, ping-pong e home cinema, oltre a camere arredate con gusto.

Questa villa, oggi regolarmente attiva su Airbnb e frequentata da una clientela europea, è il risultato di una scelta di vita precisa e maturata nel tempo, quella di un cittadino australiano che, dopo anni trascorsi tra Melbourne e il Regno Unito, ha deciso di stabilirsi in Italia e aprire un’attività nel settore dell’ospitalità.

“Sono nato e cresciuto a Melbourne”, racconta Tim, “una città con una fortissima influenza italiana: giornali, radio, televisioni, ristoranti. Lygon Street è praticamente una piccola Italia. E anche se non ho origini italiane, quel contatto con la cultura italiana ha fatto parte della mia vita sin da subito”.

Dopo una prima esperienza di viaggio in Europa all’inizio degli anni Duemila, durante la quale visitò il Nord Italia grazie a un’amica conosciuta a Berlino, Tim cominciò a tornare in Italia ogni estate per le vacanze. “Per vent’anni ho trascorso ogni estate qui. L’Italia era diventata il mio luogo dell’anima, e trasferirmi è stata una decisione naturale”.

Dopo aver lavorato per anni nel Regno Unito come consulente informatico, Tim ha deciso di cambiare completamente vita. “Nel 2018 ho lasciato il mio impiego e mi sono trasferito in Italia per vivere quella che da fuori sembra la dolce vita. Ovviamente, poi ci si confronta con la realtà”.

Determinato a stabilirsi sul Lago di Garda, una località che già conosceva bene come turista, ha impiegato sei mesi per trovare la proprietà giusta, viaggiando ogni fine settimana dal Regno Unito per visitare immobili. “Avevo dei criteri precisi: doveva essere vicino al lago, avere una piscina, un bel terrazzo. Quando ho visto questa villa, è stato subito chiaro che era quella giusta. Era già arredata, pronta per essere abitata. Il problema, come spesso accade in Italia, è stato tutto burocratico”.

Acquistare la villa è stato possibile grazie alla cittadinanza britannica, che gli ha consentito di bypassare le restrizioni italiane sull’acquisto di immobili da parte di cittadini australiani non residenti. Ma l’avvio dell’attività ha richiesto tempo e pazienza. “L’ostacolo principale è stata l’amministrazione: ottenere le licenze dal Comune, registrare l’attività, adeguarsi alle normative. Serve tanta pazienza e una buona conoscenza dell’italiano. O almeno qualcuno di fiducia che ti aiuti”.

Le giornate lavorative di Tim seguono il ritmo stagionale del turismo gardesano. “In estate lavoro molto. Pulisco il giardino, la piscina, preparo la casa per i nuovi ospiti. Quando ci sono cambi di prenotazione, ci vogliono fino a 15 ore per una pulizia completa: parliamo di un edificio di 300 metri quadrati”. Durante la permanenza degli ospiti, invece, le attività si limitano alla manutenzione quotidiana e all’assistenza. “Mi occupo di buttare la spazzatura, dare informazioni, aiutare a organizzare escursioni o esperienze. Cerco di essere presente, senza essere invadente, ma sempre pronto a intervenire”.

La clientela è quasi esclusivamente internazionale. “Ricevo molti ospiti dalla Germania, dalla Svezia, dai Paesi Bassi. Gli italiani sono pochi, credo preferiscano soggiornare presso connazionali. Forse è una questione culturale”.

L’attività è aperta tutto l’anno, ma la stagione effettiva si concentra tra aprile e settembre. “Dopo settembre, tutto si ferma. In inverno non c’è quasi turismo da questa parte del lago”.

Guardandosi indietro, Tim non ha dubbi sul percorso intrapreso, ma è consapevole delle difficoltà che comporta. “A chi dall’Australia volesse trasferirsi in Italia per avviare una struttura come la mia, direi innanzitutto di verificare le questioni legali: serve il giusto visto o la cittadinanza italiana. E bisogna sapere che la gestione amministrativa è complessa: ogni ospite va registrato alla polizia, al Comune, agli enti del turismo. Non esiste più il self check-in, bisogna accogliere di persona ogni cliente. È un lavoro impegnativo, ma se affrontato con realismo e preparazione può dare grandi soddisfazioni”.