DAMASCO - L’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite ha dichiarato giovedì che più di un milione di persone, soprattutto donne e bambini, sono state sfollate in Siria da quando, il 27 novembre, i ribelli hanno lanciato l’offensiva che domenica ha spodestato il presidente Bashar al-Assad. “Al 12 dicembre, 1,1 milioni di persone sono state sfollate in tutto il Paese dall’inizio dell’escalation delle ostilità il 27 novembre. La maggior parte di loro sono donne e bambini”, ha dichiarato l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) in un comunicato. 

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è “profondamente preoccupato” per le gravi “violazioni” della sovranità siriana e per gli attacchi israeliani contro il Paese, ha dichiarato giovedì il suo portavoce, Stephane Dujarric. Ha sottolineato, poi, “l’urgente necessità di una de-escalation su tutti i fronti in Siria”.  

Negli ultimi giorni, Israele ha annunciato centinaia di attacchi contro siti militari strategici, dove una coalizione di ribelli dominata dal gruppo islamista radicale sunnita Hayat Tahrir al Sham (HTS) ha rovesciato il governo di Bashar al Assad domenica scorsa. 

Dopo la caduta del presidente al-Assad, l’esercito israeliano è entrato anche nella zona cuscinetto ai margini della parte delle alture del Golan occupate e annesse da Israele, in “violazione” dell’accordo di disimpegno del 1974 tra Siria e Israele, secondo le Nazioni Unite. Attraverso il suo portavoce, Guterres ha invitato “tutte le parti” a “cessare la presenza non autorizzata nella zona cuscinetto e ad astenersi da qualsiasi azione che possa minare il cessate il fuoco e la stabilità del Golan”.