BUENOS AIRES – Dopo 55 giorni di ricovero in terapia intensiva, Pablo Grillo ha compiuto un passo significativo verso il recupero.

Grillo è il fotografo che ha subito un grave trauma cranico dopo essere stato colpito, a marzo, da un candelotto di gas lacrimogeno, durante gli scontri in una manifestazione di pensionati davanti al Congresso. Questo mercoledì, il giovane è riuscito a uscire a prendere aria su uno dei balconi dell’Ospedale Ramos Mejía, dove si trova ancora e continua le terapie.

Le immagini, diffuse dall’account Justicia por Pablo Grillo, gestito dalla sua famiglia, mostrano il fotoreporter con una vestaglia celeste, una coperta arancione e un berretto di lana dell’Independiente, la squadra di cui è tifoso.

Accompagnato da infermieri e dai genitori, il giovane ha potuto godere di un momento all’aria aperta, lontano dalle quattro mura dell’unità di terapia intensiva.

“La gioia è immensa – hanno scritto i familiari sui social –. La gratitudine è eterna. Forza Pablo, manca poco!”

Il post della famiglia su X.

Un lungo percorso di recupero

Il 12 marzo, durante la violenta repressione della polizia alla manifestazione dei pensionati, Grillo è stato colpito da un proiettile sparato da un gendarme. L’impatto gli ha provocato fratture multiple al cranio e la perdita di massa encefalica, rendendo necessario un intervento chirurgico d’urgenza.

Il 16 aprile è stato nuovamente operato a causa di una perdita di liquido cerebrospinale, che i medici sono riusciti a controllare tramite una procedura endoscopica. Sebbene il suo recupero sia stato lento, la famiglia ha sottolineato che i medici sono “ottimisti”.

“Sta meglio, non perde più liquido dal naso”, aveva detto alcuni giorni fa suo padre, Fabián Grillo, in un’intervista a Minuto Uno. Tuttavia, ha precisato che non può ancora lasciare la terapia intensiva a causa del rischio di infezioni.

Nel frattempo, la giustizia continua a indagare sul caso. Il Tribunale Federale Nº1, presieduto dalla giudice María Servini, ha richiesto alla Gendarmeria il fascicolo del caporale Héctor Jesús Guerrero, identificato come l’autore dello sparo grazie a una ricostruzione dei fatti realizzata dal sito web indipendente El Mapa de la Policía, che ha analizzato le immagini scattate sul posto da giornalisti e manifestanti.