BUENOS AIRES - Horacio Luis Ferrari, noto come “Pantera” o “Diego” durante il suo periodo di servizio alla Scuola di Mecanica della Marina (ESMA), è stato condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità, perpetrati durante la dittatura militare argentina del 1976-1983.  

La sentenza è stata emessa dal Tribunale Orale Federale (TOF) 5, che ha accolto la richiesta della Procura e delle parti civili, ponendo fine a una lunga e complessa battaglia legale. 

Ferrari, ex contrammiraglio della Marina, aveva tentato per anni di evitare la condanna, dichiarando di non essere stato presente alla ESMA nel periodo in cui furono commessi i crimini imputati, tra il 1977 e i primi mesi del 1978, e insistendo che il suo coinvolgimento era il risultato di uno scambio di persona. 

Sosteneva di essere stato assegnato per tutto il tempo all’equipaggio di una nave, il cacciatorpediniere ARA Rosales, e aveva persino presentato documenti della Marina per supportare la sua versione. Tuttavia, i giudici del TOF 5, Sabrina Namer, Enrique Méndez Signori e Fernando Machado Pelloni, hanno respinto queste affermazioni, considerando che la documentazione presentata fosse stata falsificata. 

Il tribunale ha anche disposto l’apertura di un'inchiesta per verificare le presunte alterazioni e falsificazioni nei documenti relativi al servizio di Ferrari, realizzate con l’obiettivo di nascondere la sua presenza alla ESMA.

Le motivazioni della condanna saranno rese pubbliche il 10 marzo 2025. 

La condanna di Ferrari segna un’importante vittoria per la giustizia argentina, che ha dovuto affrontare numerose difficoltà per perseguire i crimini della dittatura. Ferrari, infatti, aveva già evitato il carcere in passato, per decisione della Camera Federale di Casazione che aveva annullato il processo contro di lui nel 2018, una sentenza poi convalidata dalla Corte Suprema.  

Il secondo processo, iniziato nell’ottobre 2023, ha finalmente portato alla sua condanna per le accuse di sequestro, tortura, abuso sessuale e omicidio, che hanno coinvolto almeno 240 vittime. 

La difesa di Ferrari ha cercato di dimostrare che il suo cliente non fosse mai stato assegnato alla ESMA, ma la Procura ha messo in evidenza come la documentazione presentata da Ferrari fosse stata manomessa. In particolare, il documento che attestava il suo servizio sull'ARA Rosales nel 1977 era firmato da ufficiali che erano stati in servizio sulla nave solo nel 1978.  

Inoltre, la Procura ha evidenziato che molti fascicoli del suo dossier erano stati rimossi, una pratica comune nella Marina, proprio per coprire i crimini commessi dai membri delle forze armate. 

Il pubblico ministero Félix Crous ha sottolineato che la condanna di Ferrari è il risultato di un lungo lavoro di indagine e ha criticato l’operato del ministero di Difesa per aver smantellato quest’anno i gruppi di analisi documentale, che avevano svolto un ruolo fondamentale nel raccogliere le prove contro i responsabili dei crimini. 

La condanna di Ferrari rappresenta un passo importante verso la giustizia per le vittime della dittatura, un processo che continua a scoprire le verità nascoste e a portare alla luce le atrocità commesse da membri delle forze armate.