CANBERRA - La Cina accusa i tre Paesi di “creare problemi” nella regione. La scorsa settimana, il cacciatorpediniere australiano HMAS Sydney ha preso parte a esercitazioni navali con una fregata missilistica filippina e velivoli statunitensi e filippini, nel contesto di crescenti tensioni tra Cina e Filippine. Negli ultimi 18 mesi si sono moltiplicati gli scontri tra la Guardia costiera cinese e le navi filippine, spingendo diverse nazioni — tra cui USA, Giappone, Australia e Canada — ad incrementare la cooperazione militare con Manila.

Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha accusato Washington di usare le Filippine come “pedina” contro Pechino, collaborando con “forze esterne alla regione per creare disordini e ostentare forza militare”.

“Gli Stati Uniti e altri Paesi al di fuori della regione fomentano il confronto in nome della cooperazione, mostrano i muscoli in nome della libertà e creano problemi sotto la bandiera dell’ordine - ha dichiarato Lin -. Sono la maggiore fonte di rischio per la pace e la stabilità nel Mar Cinese Meridionale”.

La Cina rivendica quasi l’intero Mar Cinese Meridionale, ignorando una sentenza del 2016 che ne ha dichiarato infondate le pretese.

Il governo Albanese, pur non replicando direttamente, ha ribadito che le esercitazioni servono a rafforzare la cooperazione e la prontezza militare. Il governo  ha confermato il proprio impegno nel difendere il diritto internazionale e la libertà di navigazione, nonostante i tentativi cinesi di dissuaderlo con pressioni indirette, delle quali un esempio va identificato nella quasi circumnavigazione dell’Australia compiuta a fine febbraio da un vascello da guerra cinese.